Indonesia tra democrazia e caos

Indonesia tra democrazia e caos L'opposizione potrebbe non accettare una sconfìtta e reagire con la forza Indonesia tra democrazia e caos Oggi 130 milioni di elettori vanno alle urne GIAKARTA Intensa vigilia ieri in Indonesia dove oggi 130 milioni di elettori vanno alle urne per eleggere il nuovo Parlamento in quella che è considerata la consultazione più «libera del Paese». In lizza sono ben 48 partiti, ma presumibilmente solo quattro si divideranno i maggiori consensi. Si tratta del partito governativo Golkar del presidente B.J. Habibie, del Partito di Lotta Democratica (Pdi-Struggle) di Megawati Sukamoputri, del Partito del Mandato Nazionale (Pan) di Amien Rais e del Partito del Risveglio Nazionale (Pkb) di Abdurrah ani Wahid. Gli ultimi tre hanno formato, una coalizione di incerta tenuta per meglio battersi contro il Golkar, e secondo gli accordi intrapresi il leader del partito che otterrà più voti sarà u candidato comune alle presidenziali previste a novembre. Anche se notoriamente inattendibili, i sondaggi hanno già proclamato vincitore il Peli e Megawati prossimo presidente dell'immenso arcipelago, 13 nula isole (di cui però solo 6 mila abitate) e 210 milioni di abitanti che ne fanno il più popoloso Paese islamico e quarto nella graduatoria mondiale dopo Cina, India e Stati Uniti. Una previsione data quasi per scontata è che nessuno dei partiti in lizza ottenga la maggioranza assoluta, e quindi i vincitori dovranno formare un governo di coalizione. C'è anche chi crede che i tre partiti di opposizione possano superare, globalmente, il 50 per cento, dopodiché bisognerà vedere se riusciranno a trovare un accordo. Il Golkar, strumento di oppressione usato per più di trent anni dall'ex presidente Suharto, è pronosticato prossimo alla sua une, ma la previsione potrebbe rivelarsi azzardata, soprattutto perché nelle zone rurali la sua popolarità è quasi intatta e conserva tuttora una efficiente macchina elettorale oliata da larghe disponibilità di fondi. Quelle di oggi sono state preannunciate quali le elezioni più «pulite» degli ultimi 50 anni, e da molti considerate quale un vero crocevia che potrà portare alla democrazia o al caos. I maggiori timori derivano da un eventuale risultato poco esaltante per i tre principali partiti di opposizione, e un exploit migliore delle aspettative per il Golkar, cui i sondaggi pre-e¬ lettorali attribuiscono non più del dieci per cento delle preferenze. Il nuovo Parlamento si riunirà a luglio e presterà giuramento in agosto. Poi, a novembre, i parlamentari eletti, i militari ed altri 200 delegati di varia provenienza si riuniranno nell'Assemblea Consultiva del Popolo per eleggere il nuovo presidente. A Gìakarta i seggi si aprono alle 8 (le 3 italiane), ma con i tre fusi orari indonesiani i primi a votare (all'I italiana) saranno quelli delle Molucche e di Irian Jaya. I risultati ufficiosi dovrebbero essere resi noti mercoledì 0 giovedì, mentre quelli ufficiali a luglio. L'Indonesia si estende per cinquemila chilometri lungo l'equatore. La popolazione è formata da 300 etnie che parlano una moltitudine di dialetti diversi. Cattolici, protestanti, buddhisti, induisti ed animisti costituiscono le minoranze religiose. Gli indonesiani di origine cmese, il tre per cento della popolazione, controllano l'85 per cento dell'economia. Colpita come gli altri Paesi del Sud-Est asiatico dalla crisi economica del 1997, l'Indonesia - oberata da un debito estero di 170 miliardi di dollari - stenta ad uscirne nonostante l'intervento del Fondo Monetario Internazionale con un pacchetto di aiuti pari a 40 miliardi di dollari. Le previsioni di crescita nell'esercizio 1999-2000 sono piatte, mentre l'inflazione resta al 17 per cento annuo. Tra il 14 ed il 16 per cento dei 210 milioni di abitanti sono alla fame e la disoccupazione non accenna a diminuire. Unico membro asiatico dell'Opec, l'Indonesia è tra le principali fonti di greggio per il Giappone ed il primo esportatore mondiale di di gas naturale. Altri prodotti di esportazione sono legname e derivati, gomma, olio di palma, caffé e cacao. Dopo la caduta dell'ex presidente Suharto nel maggio dell'anno scorso, violenti disordini etnici e religiosi sono avvenuti in varie parti dell'arcipelago con un bilancio di migliaia di morti. L'Indonesia ha ottenuto l'indipendenza nel 1945 dopo 350 anni di dominio coloniale olandese. Le elezioni del 1955 furono seguite da una grave instabilità politica e il presidente Sukanio assunse il potere assoluto fino alla sua destituzione nel 1965 da parte di Suharto, che ha governato incontra stato e col pugno di ferro fino al 1998. [Ansai Il presidente indonesiano B J. Hablbie stringe la mano all'ex presidente americano Jimmy Carter, nell'arcipelago come osservatore

Persone citate: Amien Rais, Habibie, Jimmy Carter, Megawati Sukamoputri, Suharto, Wahid

Luoghi citati: Cina, Giappone, India, Indonesia, Stati Uniti