Cossutta: sinistra, alza la voce di Antonella Rampino
Cossutta: sinistra, alza la voce I COMUNISTI DOPO IL 13 GIUGNO «GARANTIRE LE CONQUISTE E SALVAGUARDARE I DEBOLI» Cossutta: sinistra, alza la voce «Il centro vuol rimandare indietro il Paese» intervista Antonella Rampino ROMA ARMANDO Cossutta, i sondaggi vi danno alle europee forza residuale, tra i Democratici di sinistra e Rifondazione. Preoccupato? «Non so di quali sondaggi lei disponga, ma gli ultimi che ho visto dicono che in Italia e in Europa sono in crescita tutte quelle forze di centrosinistra che si sono battute per la pace, e in calo netto invece il cosiddetto "partito della guerra". Comunque capisco la sua domanda, e devo dirle che vedo invece in questo giro che ho condotto per l'Italia, stima, simpatia e rispetto nei nostri confronti. Siamo diversi da Rifondazione che ha accentuato il carattere di propaganda ed ò una aggregazione di forze estremistiche. E diversi anche dai Ds che finiscono per subire troppo i condizionamenti delle forze moderate di centro». Infatti le elezioni ancora non ci sono state, e lei già lancia una sfida: il patto di stabilità non è Vangelo, ha detto. «No, io veramente ho detto che il patto di stabilita non è un tabù». Comunque lei rimetto in discussione la politica economica del governo, il che è poi quel che faceva anche Rifondazione, quando era nella maggioranza. «Guardi, Massimo D'Alema rispondendo al ministro del Tesoro, ha assicurato che le pensioni non si toccano. Io sostengo cho non se ne deve neanche parlare». E come sarà possibile, visto che dobbiamo rimanere nei parametri europei? «Sarà possibile per due ordini di motivi, il primo è politico: la sinistra deve tornare a farsi sentire. Anche nelle questioni civili: è inaudito quel che è successo con la legge sulla fecondazione assistita, è incredibile che, con la sinistra al governo, le forze di centro cerchino di far tornare il Paese al passato. Vorrebbero cancellare la legge sull'aborto, di questo passo cercheranno di togliere agli italiani pure il divorzio. E in (manto alla politica economica, quel che mi preoccupa sono proprio le spese ingenti che si dovranno sostenere per rimediare ai disastri immani della guerra, spese che riguarderanno anzitutto gli Stali Uniti, ma anche l'Europa. Ebbene, le diffi- colta di bilancio che si creeranno in Italia, nessuno pensi di poterle scaricare sulle spalle dei ceti più deboli. Anche qui bisognerà evitare i condizionamenti dei moderati». Lei sembra temere più Marini che Berlusconi.. «Niente affatto, non disconosco il pericolo che le destre costituiscono per il nostro Paese basti pensare a cosa sarebbe successo se non ci fossimo scissi, dolorosamente, da Rifondazione, se non avessimo sostenuto il governo. Ci saremmo trovati Berlusconi a Palazzo Chigi, ci saremmo trovati in una guerra con un presidente del Consiglio che scattava sull'attenti, per dire alla Nato solo "signorsì"». Qualcuno dice che, se i serbi accetteranno la forza di interposizione che prevede la presenza dei russi, finalmente Mosca 8ara riuscita a mandare dei militari hi Jugoslavia. «Se la pace è stata raggiunta è so¬ prattutto perché l'Europa, la Germania, la Francia e l'Italia avevano detto categoricamente di no all'invio delle truppe di terra. Mettendo dunque gli Stati Uniti e la Nato nell'impossibilità di continuare». Lei rivendica, come è noto, il ruolo cu* pungolo giocato dai comunisti italiani verso il governo, perché spingesse per la pace. Potreste sottrarre voti in quella parte di Botteghe Oscure che giudica la politica di Veltroni troppo moderata? «A parte il consenso elettorale, io rivendico la fierezza della nostra posizione, perché pur con i vincoli che ci derivavano dall'adesione alla Nato, l'Italia è stata la prima a chiedere il coinvolgimento della Russia, la prima a chiedere che il G8 si riunisse, la prima a dire di no all'invasione di terra della Jugoslavia. Sono molti nel centro sinistra ad aborrire la guerra. Dei 190 parlamentari che hanno firmato la mozione perché si fermassero i bombardamenti solo 27 sono comunisti, altrettanti verdi e gli altri sono popolari e diessini. Ma se ho potuto fare una sorta di pellegrinaggio di pace nelle capitali europee, a Parigi, a Mosca, a Belgrado sotto le bombe, è perché sono leader di una forza che sta in questa maggioranza di governo». Un governo che era tutto favorevole alla guerra... «Abbiamo patito a stare con un governo che faceva la guerra ma ci siamo riusciti. Altrimenti, avremmo avuto un gabinetto di guerra, sostenuto dai voti della destra, sempre sull'attenti di fronte alla signora Albright». Dopo le elezioni, ci sono ipotesi di rimpasto? «Vedo che Berlusconi insiste molto su questo punto: Sono proprio contento, perché in Italia c'erano persone che si erano dimenticate che pericolo sia la destra. Queste sono elezioni europee, costituzionalmente non c'è collegamento con la maggioranza che sostiene il governo, ma se le destre vincono questo peserà, politicamente. Dopo il 13 giugno no, non ci saranno né verifiche né rimpasti ma dobbiamo avviare una seria riflessione sul centrosinistra. Questo sì». «Abbiamo patito a stare con un governo che faceva la guerra ma ci siamo riusciti» II fondatore del Partito dei Comunisti Italiani Armando Cossutta
Persone citate: Albright, Armando Cossutta, Berlusconi, Cossutta, Massimo D'alema, Veltroni
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