«Scortateci o uccidiamo i bambini»

«Scortateci o uccidiamo i bambini» «Scortateci o uccidiamo i bambini» L'ultimo ricatto dei trafficanti di profughi Vincenzo lessandoti Inviato a DURAZZ0 Chissà se è stato un bluff, chissà se quell'energumeno in maniche di camicia era sincero quando gli hanno ordinato di fermare i motori della sua maledetta nave e lui ha urlato: «Se vi avvicinate, scaravento giù i bambini». L'«Emanouil» ha avuto così ciò che nessuno si sarebbe sognato di scrivere nel suo destino dì cargo: una scorta, motovedette della guardia di finanza, della guardia costiera e una corvetta della marina militare. L'«Emanouil» è un vecchio cargo di 250 tonnellate, di colore incerto, un po' blu e un po' ruggine, che batte la bandiera azzurro-giallo-azzurro con il tridente delle Barbados. Rubato, hanno denunciato con tempismo esemplare gli armatori. Da chi? Behl, questo verrà chiarito più tardi, forse da quella gang di tre persone che l'ha stipato con 300 esuli kosovari da ognuno dei quali ha ricavato 2 mila marchi. Il mercantile avrebbe lasciato il porto di Shengjin, a Nord di Durazzo, alle 7,10 di ieri. Una telefonata, essa pure insolitamente tempestiva, della polizia albanese ha avvertito gli italiani che aveva preso il mare quella nave affollata di gente. Un'ora e mezzo più tardi, quando ancora si trovava in acque territoriali, r«Emanouil» è stato affiancato dalle unità italiane. E c'è voluto poco a capire che si era appena aperto un capitolo inedito nella stona del contrabbando di rifugiati. «Tornate indietro: la guerra è finita», hanno comunicato da una vedetta. «Allontanatevi, se no li affogo», ha risposto quello in plancia, uno con la camicia lercia, ma che pareva l'unico a saper manovrare il bastimento. E poi ha fatto mostrare un bimbo di 7-8 anni. Bisognava agire, decidere l'abbordaggio, ed era necessario farlo subito. Ma l'ultima parola, naturalmente, spettava alla polizia albanese (imbarcata con la finanza italiana) che s'è tolta dall'impiccio: «Troppo rischioso». Eppure, hanno tentato di spiegare gli italiani, l'operazione sarebbe durata cinque minuti, al massimo. Ma in quelle condizioni non rimaneva che tentare di trattare. La velocità del cargo si è abbassata a 7 nodi, rotta Sud. Dalle vedette insistevano: «Fermatevi, sbarcate. Vi porteremo in un campo, presto tornerete a casa». Ma gli altri rispondevano: «Noi indietro non torniamo». Così per ore, con quelli della nave che rifiutavano anche l'acqua offerta dagli italiani perché «non ci fregate, non vi avvicinate». Solo a mezzo pomeriggio, quando gli assediami ormai avevano capito di essere diventati scorta, il tenente colonnello Giovanni Arpante della Finanza è riuscito a far passare dell'acqua e del cibo. Ed è sta¬ to un sollievo enorme, per quei 300. Alle 20 la prora del cargo era puntata verso San Cataldo. Dunque, mani legate? Il colonnello Fabrizio Lisi, comandante del contingente della Guardia di Finanza, sospira: «Ora partono dappertutto, con i pescherecci da Nord, e una volta va bene e una male; con i gommoni da Sud con risultati identici; e con i traghetti. Poi i containers, poi... E noi a far muro, quando è possibile». Una volta in Italia lo sanno tutti che i tre della gang cercheranno di confondersi con gli esuli, ma stavolta li hanno fotografati. Anche se presto sarà la pace, il flusso dei profughi da oltrefrontiera non si arresta e ieri a Morini hanno superato la sbarra in 131, dei quah 117 scarcerati da Smerkovica, racconta Laura Boldrini, dell'Alto Commissariato per i Rifugiati. «E per la prima volta sono arrivate donne che i serbi hanno arrestato e interrogato. Una, di 48 anni, e sua figlia, di 18, prese a Prizren le hanno interrogate per giorni, quelli cercavano l'altro figlio, neppure ventenne, dicevano che fosse nell'Uck. Le hanno catturate in casa, con loro c'era il cognato e li hanno separati. Quando sono andate all'ospedale, han trovato il suo corpo mutilato della gamba, del braccio e dell'occhio destri». E ancora non siamo alla fine di questa follia, teme Laura Boldrini. E ieri, presso Kukes, i bombardamenti sono stati intensi e lunghi. Forse per questo sono tanti coloro che cercano di attraversare l'Adriatico, anche se non tutti han la fortuna di quelli deU'«Emanouih>, che arrivano con la scorta. Una nave con 300 kosovari intercettata dalla Finanza arriva in Puglia

Persone citate: Fabrizio Lisi, Giovanni Arpante, Kukes, Laura Boldrini, Morini

Luoghi citati: Barbados, Durazzo, Italia, Puglia, San Cataldo