Il mito nelle mani dei giudici

Il mito nelle mani dei giudici UNO SPORT ALLA SBARRA CIRCONDATO.DA TROPPI MISTERI Il mito nelle mani dei giudici Un «anno orribile» dopo il Tour del '98 retroscena Gianni Ranieri Lm ADDIO alla leggenda dei ™ «Forzati della strada» comincia nel luglio '98. Il giudice Patrick Keil che dirige la procura di Lille si mette in contatto con il capo della brigata antistupefacenti della polizia giudiziaria e gli dice d'aver appena ricevuto la telefonata del ministro dello Sport Marie George Buffet. Non ò più tollerabile che la Francia, neo campione del mondo di calcio, continui a poi-tare su di sé la vergogna del doping nel ciclismo. Da quel momento il Tour, che del ciclismo e l'espressione massima, smette d'essere una corsa in bicicletta e diventa una spietata caccia al drogalo. Prima che questo accadesse, e precisamente il 18 gennaio, il campione belga Eddy Plankkaert aveva dichiarato alla televisione fiamminga: «Mi sono dopato. L'eritropoietma è un prodotti fantastico. Se un corridore la prendo, le sue performances saranno superiori del 15% a quelle di chi e rimasto all'asciutto. Mi sono sentito fortissimo. Oggi il problema é che tutti, nuche il più umile dei gregari, assumono l'eoo». Era uno squarcio nella regola del silenzio, della complicità occulta. Silenzio e complicità sui quali si stendeva il velo del pietoso riconoscimento di tante fatiche, del ricordo di innumerevoli imprese straordinarie, di favolosi interpreti di uno sport teatrale e massacrante. La lotta di Achille e di Ettore, come Dino Buzzati aveva raccontato nel '49 seguendo le sfide di Coppi e Bartali, non poteva convertirsi in un'impostura. Non lo voleva nessuno. Non lo accettava la folla in attesa sulle strade, non lo ammettevano vecchi campioni passati alle redazioni del giornali, ai microfoni di radio e tv. Per ordine della Brigata antistupefacenti di Lille, l'B luglio del '98 vieno bloccato alla frontiera franco-belga di Neuville-en-Ferrain il massaggiatore della squadra Festina Willy Voit. Sulla sua vettura ufficiale che sta dirigendosi alla partenza del Tour vengono trovati 400 flaconi di sostanze dopanti. Bruno Rousscl, direttore sportivo della formazione in cui milita- no celebrità quali Virenque e Zùlle, dichiara: «Non ne so niente, cado dalle nuvole». Voet viene incarcerato. I corridori della Festina giurano sulla loro innocenza. 11 direttore del Tour Jean-Marie Leblanc: «Non escluderò dalla gara uomini che non hanno nulla da rimproverarsi». Pochi giorni dopo, si scopre l'esistenza duna «cassa nera»: denaro che i corridori della Festina versavano per l'acquisto di sostanze proibite. Il ds Roussel confessa: «E va bene, si drogavano, ma sotto controllo medico». La meravigliosa avventura, l'epopea dogli splendidi dannati, naufraga in un mare di bugie, ammissioni, smentite. Parafrasando Kafka, il giudico Keil che dirige l'operazione di pulizia, ironizza: «Le confessioni diventano veramente chiare solo quando vengono ritrattate». Nove festiniani sono condotti a Lille in stato di fermo. Il ds e il medico dell'equipe olandese Tvm subiscono la stessa sorte. Il Tour si ferma, inscena veementi proteste. «Siamo ingiustamente perseguitati», gridano i beniamini di un pubblico incredulo e sbalordito. La Once di Jalabert, gli spagnob della Banesto e altre formazioni abbandonano la gara. Il Tour è in ginocchio. Lungo le strade i tifosi inalberemo cartelli con su scritto «Ridateci i nostri ragazzi». Gli adoratori della Leggenda si negano alla verità. Il ciclismo è quello del martirizzato Eugène Christophe che un giorno lontanissimo, pedalando nel fango d'una strada del Nord, implora «no fame, ho fame, datemi qualcosa da mangiare». E Henri Desgranges, primo patron della Grande Boucle, gli risponde: «Se hai fame, mangia del carbone!». Era il 1913. Poi verranno le sofferenze di Robic, le immagini drammatiche del figlio del panettiere Bobet, il suo viso distrutto dal fatica, la morte di Simpson nel forno del Ventoux, le pene dell'omino della tormenta Gaul: i cari ragazzi che hanno dato l'anima al ciclismo. Gli stessi adoratori della leggenda che si schierarono compatti attorno a Claudio Chiappucci quando venne cacciato dai Mondiali di San Sebastian, 1997, per salvaguardargli la salute. Il suo ematocrito superava i valori consentiti. Ma che cos'è che aumenta la quantità di globuli rossi nel sangue se non l'eritropoietina? Il Giro d'Italia 1999 si affratella al Tour 1998. Controlli a tappeto. L'ematocrito di Marco Pantani ha oltrepassato il confine del lecito. La speranza è che l'eroe sia vittima d'un errore. Ma il ciclismo è ormai in coma. giudici ur del '98 ***** In alto, la fotocopia del documento che segna l'esclusione di Pantani Sopra Tom Simpson, ciclista inglese morto durante il Tour de Fra'nce '67 In alto, la fotocopia del documento che segna l'esclusione di Pantani A fianco, Fio Griffìth, la velocista morta nel '98 E' partita in Francia la crociata contro il doping: ma è piena di interrogativi la storia dei campioni in bici

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