GENERAZIONE DEI DIRITTI UMANI di Barbara Spinelli

GENERAZIONE DEI DIRITTI UMANI GENERAZIONE DEI DIRITTI UMANI Barbara Spinelli LA prova delle armi è stata aspra, solitaria, non di rado deprimente, per i capi occidentali che hanno infine deciso - il 24 marzo scorso - di reagire militarmente alla quarta guerra razziale di Milosevic. Non è neppure una prova finita, perché le trappole della pace non sono inferiori a quelle belliche: c'è il rischio che Milosevic non mantenga le promesse, il che non stupirebbe vista la i disinvoltura insolente con cui il leader serbo ha stracciato almeno una dozzina di accordi solennemente firmati, in otto anni. C'è il rischio che le élite serbe nascondano wmmmm a se stesse la disfatta subita, che non siano in grado di edificare su di essa una nuova strategia fondata sull'autolimitazione, sul senso della misura, sul rispetto democratico delle diversità razziali, religiose, ideologiche. C'è il rischio che le aperture di Viktor Cernomyrdin siano sconfessate a Mosca da militari e politici nazionalcomunisti, che già rimproverano al mediatore di aver svenduto la Russia, di averla asservita alla Nato, all'America: non sarà cosa semplice per gli Alleati negoziare con i russi un comune protettorato militare che eviti la spartizione del Kosovo, che non divida la provincia in zone più o meno utili a Belgrado, che scongiuri il persistere di clandestini patteggiamenti serbo-russi e la vittoria di fatto delle pulizie etniche di Milosevic. Il temporaneo proseguimento dei bombardamenti serve precisamente a questo: a mantenere la pressione su Belgrado, fin quando i suoi soldati resteranno in Ko- tony«Attento possiamo colA PAGsovo A scongiurare che la pace blair Milosevic pire ancora NA 6 si riveli una truffa, e che centinaia di migliaia di deportati albanesi-kosovari siano sbeffeggiati e non tornino più a casa. Ma l'affastellarsi di trappole non invalida la lezione principale, di questa controffensiva bellica che americani ed europei hanno lanciato dopo anni di impassibilità, di irresponsabilità inerte, di disattenzione, di fronte alle guerre razziali dei serbi e al vasto disordine creatosi nel Sud Est europeo sin dall'abolizione dell'autonomia kosovara nell'89- Esistono ancora pericoli sul cammino dei governanti europei, ma la direzione che essi hanno seguito si è rivelata giusta, e per il momentini—11 t0 premiata. Valeva la pena mostrare fermezza durevole per 72 giorni, e perseveranza, vigilanza relativamente paziente, di fronte alle tentazioni della stanchezza, dello sconforto, del disfattismo. Valeva la pena mostrarsi solidali con la strategia statunitense - a dispetto di non poche improvvisazioni, difetti - e con l'aiuto dell'America restituire un grande compito politico all'Europa, restituirle spazi inediti di manovra, di azione, di protagonismo strategico. Spazi cui il vecchio continente non avrebbe mai potuto aspirare, se fosse rimasto a guardare la Storia che passava: se non avesse replicato in prima persona, militarmente, alla battaglia dei dirigenti serbi contro le idee dei diritti dell'uomo, della nazione territoriale anziché etnica, della convivenza civile, del contratto sociale che fonda in Europa lo Stato moderno. Forse valeva persino la pena di puntare sulla moderna aviazione, che tanti hanno giudicato irri- CONTINUA A PAGINA 8 PRIMA COLONNA

Persone citate: Milosevic, Viktor Cernomyrdin

Luoghi citati: America, Belgrado, Europa, Kosovo, Mosca, Russia