Il delitto D'Antona rivendicato dai brigatisti rossi in carcere

Il delitto D'Antona rivendicato dai brigatisti rossi in carcere Comunicato di cinque terroristi irriducibili detenuti a Novara Il delitto D'Antona rivendicato dai brigatisti rossi in carcere ROMA. I brigatisti rossi detenuti e «irriducibili» hanno rivendicato l'omicidio di Massimo D'Antona. Un documento del 27 maggio scorso firmato da cinque «militanti prigionieri» è stato spedito dal carcere di Novara a un quotidiano, ma la polizia l'ha intercettato e consegnato alla magistratura. E' un comunicato dattiloscritto di una pagina e mezzo, che riprende la prima delle 28 cartelle diffuse dalle Br il 20 maggio, e che si apre con questa frase: «Come militanti prigionieri delle Brpcc rivendichiamo la valenza politica dell'attacco all'organizzazione». A firmare la rivendicazione sono Francesco Aiosa, Ario Pizzarelli, Cesare Di Lenardo, Fabrizio Minguzzi e Daniele Bencini. E dal carcere di Trani è partito un messaggio ai «compagni» di Novara nel quale altri due br (Antonino Fosso e un certo Michele) annunciano: «Faremo un documento di appoggio all'azione». Bianconi e Glovara A PAG 11

Persone citate: Antona, Antonino Fosso, Ario Pizzarelli, Cesare Di Lenardo, Daniele Bencini, Fabrizio Minguzzi, Francesco Aiosa, Massimo D'antona

Luoghi citati: Novara, Roma, Trani