Metalmeccanici, «stop» tecnico di Giancarlo Fossi

Metalmeccanici, «stop» tecnico Metalmeccanici, «stop» tecnico Nuove richieste di Federmeccanica Giancarlo Fossi ROMA Un anno di moratoria per la contrattazione aziendale e condizioni «speciali» a favore delle aziende del Sud: sono due nuove richieste che Confindustria e Federmeccanica hanno messo ieri sul tavolo congiunto presieduto dal ministro del Lavoro Bassolino per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, a fronte di un'ipotesi di intesa maturata faticosamente sulla parte salariale. Un po' una doccia fredda e i sindacati hanno bocciato subito lo slittamento dogi i aumenti per il Sud, ma si sono detti favorevoli a discutere su agevolazioni nel Mezzogiorno, formazione e part-time. Si è ancora parlato di altri aspetti rilevanti compresi nel pacchetto salariale, qui e là si è fatto qualche piccolo passo in avanti e sono state riattivate quattro commissioni ristrette delegate ad approfondire e proporre soluzioni su altri aspetti contrattuali non secondari (armonizzazione dei contratti FedermeccanicaIntersind, formazione, lavoro interinale, malattia, part-time, trasferte); al contrario, le distanze restano sempre notevoli sulla riduzione di orario, nonostante che qualche spiraglio si sia cominciato a delineare. Così alle 20 il negoziato è stato sospeso per consentire alle delegazioni sindacali ristrette di riferire agli 80 membri di Fiom-Fim-Uil della delegazione allargata. Oggi il confronto prosegue solo sui tavoli tecnici delle quattro commissioni, mentre il tavolo congiunto è stato aggiornato a sabato per consentire la partecipazione si sindacati e imprenditori al convegno annuale dei giovani industriali organizzato dalla Confindustria a Santa Margherita Ligure. La stretta finale po¬ trebbe essere tentata tra sabato e domenica con un «faccia a faccia» no-stop, ma potrebbe anche scivolare a lunedì o martedì. «Finché si tratta va tutto bene», commenta a conclusione della giornata il segretario generale della Cisl D'Antoni, piuttosto fiducioso. Invece nettamente pessimista il segretario generale di FiomPiemonte Cremaschi. «Ci sono tre macigni - afferma - che se non saranno totalmente rimossi impediranno l'eventuale accordo. Il capitolo della flessibilità e del ruolo delle Rsu che permane aperto; la moratoria di un anno per la contrattazione aziendale; la penalizzazione dei lavoratori del Sud». Incalza il segretario confederale di Cgtì Cerfeda: «Siamo lontanissimi su salario e orario». Angeletti della Uilm esorta Federmeccanica a «dimenticare prima di sabato le richieste sulla moratoria e le condizioni per il Sud». E il segretario nazionale della Fismic Cavalitto chiede un ulteriore sforzo: «Dopo l'ipotesi di accordo sulla prima parte, si può e si deve arrivare ad una intesa globale, equilibrata sugli altri punti: salario, inquadramento, orario, straordinari». Sul merito, peraltro, le notizie sono frammentarie. Federmeccanica avrebbe offerto un aumento salariale di 85 mila lire mensili medie tutto compreso e il recupero della tredicesima nella base di calcolo del Tfr a partire dal 2000. Rispetto ad un aumento degli scatti di 4 mila lire mensili chiesto dai sindacati per i lavoratori del quarto livello o il passaggio dall' 1 % all' 1,20% sulla retribuzione, gli industriali offrirebbero 1500 lire. Orario: i sindacati sollecitano una riduzione di 30 minuti per chi lavora nei turni disagiati, gli industriali suggeriscono una riduzione di 8 ore annue ad personam.

Persone citate: Angeletti, Bassolino, Cavalitto, Cerfeda, Cremaschi

Luoghi citati: Roma, Santa Margherita Ligure