Al telefono emerge l'ira dei corruttori

Al telefono emerge l'ira dei corruttori Le intercettazioni rivelano l'astio nei confronti dei politici «testardi» e dei magistrati Al telefono emerge l'ira dei corruttori «Con questi ministri proprio non si riesce a trattare» ROMA Ah, i cavalieri, gli affari, la politicai La sfilza di intercettazioni che accompagnano l'ultimissima inchiesta dei carabinieri sugli appalti è l'ennesimo squarcio sulla zona grigia della politica, su quei corridoi dove si decide la destinazione di miliardi. E dove il gioco delle pressioni è davvero forte. il terreno di caccia è la Finanziaria, la legge di spesa per eccellenza. Ma questa volta le intercettazioni raccontano di una mutazione genetica della politica. Se un tempo - ricordato Tangentopoli? - erano i politici all'altro capo del filo, questa volta i parlamentari sono oggetto di improperi e parolacce. Dicono a un certo punto di Ciampi: «Tira calci». Dicono di Rosy Binai, che si ostina a ne- §are un finanziamento a don Verzé, il sacerdoteominus dell'ospedale San Raffaele: «E' un mulo». Il Ciampi ministro del rigore è in particolare l'incubo di Chianese. Pomerìggio dell'agosto '98, Chianese telefona dal suo studio ai piani alti del Tesoro: «Purtroppo 'sto ministro ci fa soffrire... Abbiamo cercato di farci un'idea anche da parte nostra, di quella che poteva essere la tattica migliore possibile. Allora, il ministro è un po' cocciuto e su questo siamo d'accordo. Però... Appunto ormai si e capito, pure lui, mi dice De Joanna (ca¬ po gabinetto del ministro, attualmente capo gabinetto di D'Alema, ndr.) che lui è praticamente terrorizzato dal fatto che ci sta una concomitanza di ben tre eventi che lui ha censito sul problema vostro. Il primo evento è 'sto benedetto Giubileo, il secondo ò la questione degli invalidi...» Interlocutore: «Perla rivalutazione...». Chianese: «Per la rivalutazione. E il terzo problema sono i finanziamenti per la sicurezza». In quei giorni è tutto un pressing sul ministro per far sbloccare i finanziamenti a favore dell'Inail. Gli intercettati, parlando fra di loro, descrìvono un quadro confuso, in cui si cerca di forzare le resistenze del governo. Senza risultati. Ancora Chianese: «Con gli amici dell'Ance (associazione nazionale costruttori edili), con i quali ho parlato £iù volte, e con quelli dei Lavori Pubblici stiamo ivorando ai fianchi del ministro attraverso la nostra segreteria, che è del pds, la...». Interlocutore: «La Pennacchi (Laura Pennacchi, sottosegretario al Tesoro, ndr)...». Chianese: «E' stata sensibilizzata anche lei. Oppure c'è il Giubileo. Da una telefonata del dirigente di banca de Nicolais all'imprenditore Di Falco, ore 10 del 12 febbraio '98. De Nicolais: «Naturalmente io faccio sempre finta de cade' dall'albero delle mele... mi dice così che 11 è passato tutto e sta tutto alla presidenza del consiglio dei mini¬ stri... dove loro immaginano... Ma lei crede che l'ingegnere possa farci qualcosa...». Di Falco: «No, io lo sapevo e le devo dire che mi sembra che... non c'è bisogno di interventi. Ecco, perché sta nel ristretto gruppo, loro l'hanno messo già su...;>. Ma se poi ì ministri si mostrano testardi, «il Chianese e attivissimo - scrìve sempre il giudice nel contattare politici delle più diverse formazioni, della maggioranza o dell opposizione, coinvolgendoli fraudolentemente sulla necessità di presentare o ritirare un emendamento, premere o contrapporsi per l'approvazione di un articolato». Ma davvero sono tutti così ingenui, questi politici che si fanno rigirare dall'ispettore capo del Tesoro, che poi offre i suoi servigi come soldato di ventura a imprecatori di Napoli come di Ferrara o del Molise? Intanto risulta che «un deputato eletto nel collegio di Casal di Principe comunica gli esiti della discussione parlamentare direttamente all'imprenditore Di Falco». Il deputato passa poi a ritirare un assegno da 100 milioni a beneficio di una società editrice dove presiede il consiglio di amministrazione. Da altra intercettazione - tra Vittorio Di Falco e Zuccarone - emergono «interventi di natura clientelare» che fanno muovere l'on Bocchino, di An, la federazione An di Caserta e l'assessore regionale Marcello Tagliatatela per certi lavori nel comune di Cellole. E qualche volta i signori degli affari, che si sentono ormai distanti e superiori della politica, si mostrano sprezzanti: «C'è un certo onorevole - dice Di Falco a Chianese - mi pare De Simone, il quale., praticamente, si immagini un po'... è uno che è di Atripalda. Chiedeva che se si risolveva il problema del Titolo vm, lui doveva risolvere la questione di Atripalda. Ora la questione di Atripalda à una questione del fratello del professore (intendo il fratello di Pellegrino Capaldo, sindaco di Atripalda) che era ben contento... Ora si chiama il fratello del professore dicendo: ci sta un certo De Simone, un onorevole, il quale non ha capito niente». If. gr.) me di Ferrara o deputato elete comunica gli e direttamente ato passa poi a a beneficio di il consiglio di ettazione - tra mergono «interanno muovere e An di Caserta agliatatela per L'ex presidente di An della Regione Campania Antonio Rastrelli In basso un manifesto della sua campagna elettorale a Napoli