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Viceministro Viceministro «Cernomyrdin ci ha traditi» MOSCA E' stato Milosevic ad arrendersi, costringendo il mediatore russo Viktor Ccmomyrdin a consegnarlo nelle mani della Nato? Oppure è stato Cernomyrdin a cedere di schianto, abbandonando Milosevic al suo destino? Alla domanda ha ieri risposto per primo il generale russo più alto in grado che sedeva alla sua sinistra al tavolo di Belgrado: il viceministro della Difesa russo Leonid Ivashov. La storica riunione tra Milosevic, da un lato, e Cemomyrdin-Ahtisaari dall'altro, era appena terminata, il Parlamento serbo non aveva ancora ratificato il documento che l'aveva conclusa, e Ivashov convocava la corrispondente a Belgrado dell'agenzia ufficiosa Itar-Tass, Tamara Zamjatina, per esprimere il proprio «categorico rifiuto» della linea adottata da Cernomyrdin. «La Russia - ha esclamalo Ivashov - ha scartato di fatto l'Onu dal processo di pace, ha messo il regolamento del problema nelle mani dei generali della Nato, rinunciando alle posizioni che aveva difeso fino a questo momento». A Mosca si è cercato faticosamente di smentire la dichiarazione, che però la giornalista ha confermato parola per parola. Del resto, che molte cose strane siano accadute tra Bonn, Belgrado e Pechino lo ha confermato ieri anche il comportamento del ministro degli Esteri russo, Jvanov. Il quale, dalla capitale cinese dove si trovava in visita, firmava una dichiarazione congiunta russo-cinese che riconfermava Ut richiesta di una cessazione «preliminare» dei bombardamenti Nato- sulla Jugoslavia. Proprio mentre Cernomyrdin sembrava accettare tutti i punti più ostici della piattaforma della Nato. Ieri mattina la Duma aveva cambiato ordine del giorno per discutere degli sviluppi che rimbalzavano a Mosca dal secondo round, quello del mattino, del negoziato-ultimatum a Belgrado. I deputati dell'opposizione si sono scatenati in una furibonda contestazione del suo operato. Diversi deputati hanno accusato il plenipotenziario di avere «tradito» la Jugoslavia. Alcuni hanno chiesto di essere informati dall'ambasciatore di Belgrado a Mosca, fratello di Slobodan Milosevic, visto che Cernomyrdin - come hu detto uno di loro - «in queste settimane ci ha solo fatto vedere quanti abiti cambiava». Per cui lo scontro, se ci sarà, avverrà oggi. Quello che è certo fin d'ora ó che, mentre a Belgrado si spera che tutto finisca al più presto, a Mosca ci si prepara a fuochi d'artificio politici. |g. c.J