« L'affetto, ecco la miglior terapia» di Daniela Daniele

« L'affetto, ecco la miglior terapia» « L'affetto, ecco la miglior terapia» Gli esperti italiani: il vero male dei vecchi è sentirsi del tutto esclusi dalla società Daniela Daniele ROMA «Perché no?», dice uno. «Per la depressione ci sono farmaci ottimi.e in abbondanza», ribatte un altro. «La depressione dei vecchi bisogna capirla, prima di abbatterla», commenta un terzo. La provocazione di Paul Perin fa discutere i suoi colleghi italiani. Paolo Pancheri, direttore della Terza Clinica Psichiatrica all'Università La Sapienza di Roma, si dice possibilista, in via teorica. «Se gli anziani se lo potessero permettere - commenta -, naturalmente senza dover rapinare nessuno, perché no? In fondo l'eroina e gli oppiacei in genere hanno una funzione sedativa, leggermente euforizzante. Potrebbero ridurre.i dolori fisici, attenuare le sofferenze legate al lutto: negli anziani è frequente vedere sparire i compagni della propria vita, gli amici, i parenti coetanei». Secondo Pancheri, però, anche le condizioni di salute sarebbero determinanti, poiché queste sostanze, com'è noto, generano assuefazione, richiedono aumento costante dello dosi e via dicendo. Le de¬ pressioni gravi colpiscono il 30 per cento della popolazione anziana e il suicidio aumenta nettamente dopo i 70 anni, per avere un picco dopo gli 80. «Il problema osserva Pancheri - è che la risposta farmacologica è, purtroppo, più lenta rispetto ai giovani». Alla condizione di solitudine, spesso vissuta dai nostri vecchi, si accompagna, secondo lo psichiatra, la sindrome da count-down. Ma non ci si può proprio preparare, nel corso della vita, per evitare la paura del conto alla rovescia? «No, non credo - risponde Pancheri . Si salva soltanto chi continua ad avere un'attività produttiva. Sarei, piuttosto, per mandare in pensione, chi lo desidera, il più tardi possibile». Molto più scettico sulla proposta dello prùcoanalista svizzero è Massimo Casacchia (Università de L'Aquila) per il quale «sarebbe opportuno, prima di pensare a distribuire eroina, portare a termine tanti interventi sociali che contribuirebbero a far sentire il vecchio meno isolato e meno inutile». Lo psichiatra pensa ai centri di aggregazione, all'assistenza domiciliare integrata, «quella - osserva - che ha una buona parte nella riforma sanitaria in dirittura d'arrivo». Ma come prepararsi alla vecchiaia? L'esperto non ha dubbi: «Mantenendo il cervello in attività. Lo vedo con gli anziani che frequentano l'Università della Terza Età: viaggiano, fanno amicizia, s'innamorano. Vivono le proprie emozioni». Dello stesso parere lo psichiatra Piero Panetti. «Gli anziani sono depressi perché a loro la società ha tolto tutto - osserva -: il lavoro, il "permesso" di avere una vita sessuale, spesso gli affetti della famiglia. Il vecchio è come svuotato. Bene che vada, è tollerato». I vecchi non producono e vengono considerati, spesso, dei «rompipalle». Così come gli adolescenti, che non producono a loro volta, sono considerati arroganti. «E spesso cadono nella depressione, proprio come gli .1 anziani - osserva Panetti -. E vi sembra' che l'eroina siala soluzione per entrambi, o non è invece giunto il momenlQjdU^aj^w. re che cosa alimenti ditta questa depressione? Chiunque, messo da parte, ignorato, non ascoltante, ha il diritto di cadere in depressione». Chiedete se non è vero ai vecchi negli ospizi. 0 agli adolescenti di borgata. j Contro gli acciacchi della vecchiaia uno psicanalista svizzero propone l'eroina in dose farmacologica: «lo, quando sono depresso, ne prendo una dose. Ma perché deve essere un privilegio di pochi?»

Persone citate: Casacchia, Pancheri, Panetti, Paolo Pancheri, Paul Perin, Piero Panetti

Luoghi citati: L'aquila, Roma