Tienanmen Oscurata la Cnn

Tienanmen Oscurata la Cnn Per il decennale Tienanmen Oscurata la Cnn PECHINO. Nell'imminenza del decimo anniversario della strage di Piazza Tienanmen, che cade domani, il governo cinese tenta di offuscare i riflettori dei media. Da ieri gli alberghi internazionali e i centri residenziali di proprietà straniera hanno avuto ordine di staccare in tv il collegamento con la Cnn. Il «Quotidiano del Popolo», voce ufficiale del Partito comunista, ha pubblicato un raro editoriale sulla rivolta, nel quale il partito si compiace della decisione presa allora: l'esperienza ha dimostrato che fu giusto «sedare con risolutezza e tempestività i disordini politici della primavera ed estate del 1989». La stabilità politica è «prioritaria», «indipendenza e unità» sono «l'arma segreta del popolo cinese per la vittoria». Le forze ostili in Occidente, conclude l'articolo, complottano per gettare la Cina nel caos e il bombardamento dell'ambasciata a Belgrado è l'ultimo tentativo - perché temono la sua forza. Ma ogni attività «sotto qualsiasi forma, e di qualsivoglia provenienza, che minacci la stabilità, sarà eliminata in boccio, in base alla legge». E da una settimana il «Quotidiano della legge» pubblica ogni giorno estratti del libro «Difendere la stabilità sociale, domande e risposte sulla legge»: vi si apprende che le dimostrazioni, garantite dalla Costituzione, sono di fatto illegali. Nell'ultimo mese una settantina di persone sono state fermate - sette ancora ieri - perché volevano commemorare con diverse attività, tutte pacifiche, le vittime di Tienanmen. Nelle università i professori sono mobilitati per bloccare eventuali, quanto improbabili, attività commemorative. In una chiara mossa intimidatoria, su Piazza Tienanmen marciano una-decina di-agenti antisommossa in tuta mimetica con le baionette innestate sui fucili. Ma la piazza risuona soltanto dei lavori in corso, un tempestivo rifacimento della pavimentazione per il cinquantesimo anniversario dell'avvento dei comunisti al potere, il prossimo 1 ottobre: il battuto, che porta ancora i segni delle dimostrazioni, sarà sostituito con lastre di granito rosa. Intanto si torna a parlare del giovane divenuto simbolo della rivolta con il suo eroico gesto di pararsi davanti a una colonna di sei carri armati. L'uomo è ancora vivo, non ha mai lasciato la Cina e potrebbe rivelare la sua identità qualora le autorità di Pechino rivedessero la posizione ufficiale sui fatti del 1989, ha riferito il Centro di informazione per i diritti umani e il movimento democratico in Cina. Il Centro, che ha base a Hong Kong, non ha fornito altri dettagli sull'uomo-icona della rivolta. Nonostante le mille ipotesi circolate, lo stesso presidente Jiang Zemin ha ammesso che la polizia non lo ha mai identificato, perché tutte le immagini fotografate e riprese dai media mondiali lo ritraevano di spalle. [Agi-Ansa]

Persone citate: Jiang Zemin

Luoghi citati: Belgrado, Cina, Hong Kong, Pechino