L'UOVO CHE SA DI PESCE

L'UOVO CHE SA DI PESCE L'UOVO CHE SA DI PESCE Carlo Petrini POCHE sattùnane fa in un albergo di New York alla colazione del mattino mi hanno servito un uovo che non sapeva per nulla di uovo. Niente di tremendo, solo un penetrante olezzo di acido solfidrico con un tocco di mangime per pesce come lo conosce chiunque possieda un acquario. Non sono riuscito a mandarlo giù e davanti a me hanno incominciato a scorrere le immagini terrificanti di sterminale batterie di polli di allevamento producenti uova in serie. Allevamento in gabbia significa tenere fino a 300 mila animali in una batteria. In base alle direttive della Unione europea ciascuno di essi ha diritto ad uno spazio di 450 centimetri quadri, quanto una scatola di scarpe. Niente luce del giorno, niente stagioni, niente tempo atmosferico, niente vermi, niente posto per girarsi o per stirarsi, gli artigli deformati dal continuo contatto con il fondo a graticola, ulcere, movimenti isterici con la testa, creste ingrossate, debolezza dei tessuti connettivi, intere parti del corpo nude, cannibalismo. In Svizzera questo genere di alleva¬ mento è vietato dal 1991. Dopo le iniziali proteste degli allevatori la conversione è riuscita anche senza sovvenzioni statali. Le principali catene di supermercati si sono impegnate a non importare dall'estero le economiche uova prodotte in gabbia. Il nuovo sistema funziona perfettamente ed i consumatori sono disposti a pagare qualcosa in più. La gente deve aprire gli occhi; l'ennesima barbarie alimentare parte dal Belgio e continua la serie infinita di frodi, di sofisticazioni, di avvelenamenti criminali. E' ormai certo che siamo di fronte alla punta di un iceberg dove la massa affiorante è ben poca cosa rispetto alla consistenza del fenomeno. Senza fare del terrorismo occorre attivare un segnale d'allarme, mettendo definitivamente sotto accusa la filosofia che sta alla base di questi crimini: l'aver piegato l'agricoltura e i suoi tempi ad una logica di tipo industriale. Un uovo non può costare meno di vent'anni fa, pagare la qualità alimentare significa rigenerare la nostra agricoltura e risparmiare in medicine. A quando un nuovo patto tra contadini e consumatori?

Persone citate: Carlo Petrini

Luoghi citati: Belgio, New York, Svizzera