Pavarotti: Prego per Michael suo figlio potrebbe morire di Marinella Venegoni

Pavarotti: Prego per Michael suo figlio potrebbe morire Il tenore ha aperto il concerto con un commosso saluto alla star rimasta in America Pavarotti: Prego per Michael suo figlio potrebbe morire Marinella Venegoni MODENA Nessuno più di noi, e di me, vorrebbe Michael qui sul palco. Ha un figlio che l'orse sta per morire: è il caso di fare una preghiera e lo aspettiamo di sicuro l'anno prossimo»: così Luciano Pavarotti, commosso, ha personalmente voluto dare ai 23 mila del Parco Novi Sad e ai telespettatori l'annuncio del forfait di Michael Jackson. E' stata una serata strana, dove le voci più diverse sulla popstar americana si sono mescolate con le drammatiche testimonianze di guerra in diretta da Kukes e con una mondanità un po' più sfrontata del solito, che ha forse colto di sorpresa gli stessi organizzatori del «Pavarotti & Friends for Guatemala e Kosovo». C'erano dodici star e un super padrone di casa, per accontentare le età e i gusti più diversi, e per far grande la serata in termini di incassi benefici. Il duetto scelto per l'esordio, con un insolitamente elegante Gianni Morandi, risolveva subito urgenze nazionalpopolari e anche di audience, per lo sfoggio di tonsille e per il pezzo napoletano scelto, «Maria Mari». Il nuovo percorso musicale del «Pavarotti & Friends» è fatto di studi approfonditi del repertorio pop, rock, soni o blues che viene presentato al Maestrone, e anche di arrangiamenti costruiti sulla vocalità di Big Luciano: il tenore ò apparso perciò particolarmente a proprio agio. Eccolo alle prese con gli osannatissimi Boyzone nella ballata romantica «No Matter What» di non eccessiva difficoltà per via della struttura piana. Eccolo nell'osso ben più duro «You are so beautiful» con Joe Cocker: una mistura specialmente inconsueta, risolta con classe. Ma il duetto più eccentrico è stato ([nello con il grande vecchio B.B. King, che aveva letteralmente scaldato la serata con la trascinante energia di «Let The Good Times roll». B.B. King è stato uno dei protagonisti: ha cantato con Zucchero su «Hey Man» e solo dopo ha asservito la sua impagabile chitarra ai vocalizzi del Maestrone in «The Thrill is gone», con esiti a dir poco stravaganti. Ma nessuno potrà mai dire che la cosa, per quanto strana, non abbia funzionato. Chi non ha capito cosa ci facesse lì, senza duetti, il frizzante Alex Britti solista di «Mi piaci», sappia che a volerlo ò stata la stessa Nicoletta, che l'altra notte durante le prove ballava scatenata il brano con le sue amiche (ma certo anche P>aiuno sarà stata contenta di aver piazzato qui una rara star targata Sanremo). Britti ò stato uno dei molti italiani di questa edizione: scelti con un occhio al pubblico nostrano e uno al mercato internazionale. Ma tante erano anche le star di estrazione latina: Kicky Martin (che cambia pettinatura ogni minuto), prima con i balletti scatenati su «Livin' la vida loca» e poi nel duetto più simpatico e spettacolare della serata, la vecchia e romantica «Mamma»; poi Gloria Estefan o la stessa Mariah Carey di radici peruviane. Presenze che sottolineano la tendenza musicale più in voga del momento ma suonano anche come riferimento ad uno dei paesi da aiutare, il Guatemala. La scaletta è stato costruita con accortezza, alternando i brani solisti degli ospiti con i duetti, per dar modo anche alla voce di Big Luciano di riposarsi. Dietro molti dei duetti c'è stato un lungo lavorio: la transfuga cubana Gloria Estefan, piuttosto tesa, ha dovuto tirar fuori dal baule la sua più profonda anima latina, per potersi cimentare in «Fiorin Fiorello», mentre per «Il Cielo» di Renato Zero la fatica è stata nel raccordo delle due voci: identico problema in «Tu che m'hai preso il cor» con una inedita Pausini a gran voce, guardata con ammirata tenerezza dal Maestrone. Senza Jackson, ci si è avviati verso la fine con la procace Mariah Carey che era stata virtuosissima come solista ma piuttosto fredda nel duetto. «We are the world» ha sottolineato una coralità di progetto. Di fianco al palco, prima dell'inizio, fotografi impazziti e passerella da Oscar o Telegatti. Signore elegantissime: Donatella Dini (senza marito) in raso coccodrillato, lady Rai Zaccaria in un lungo grigio con ricami, Debora Compagnoni in raffinato blu corto, Orietta Berti in azzurro squillante, le due ex miss Falchi e Colombari in beige lungo, Nancy Brilli in lungo nero con treccine e calotta in testa, Natalia Estrada addirittura con lungo strascico blu. Le politiche sono più morigerate: in tailleur blu Sadako Ogata, Alto Commissario per i rifugiati; in costume nazionale il Nobel Rigoberta Menchu. Mondanità e guerra sono riuscite a coesistere con qualche imbarazzo: l'intento benefico del concertane consente a ognuno di mettersi in pace la coscienza, dietro congruo versamento. Premi Nobel, molti stilisti, e industriali, in prima fila al grande show per i bambini del Guatemala e del Kosovo Spettacoli n commosso saluto er Michael morire alla star rima Qui accanto, Pavarotti con Lione! Ritchie; a sinistra. Zucchero, altra star protagonista ieri sera, con B.B. King; il tenore ha aperto 10 spettacolo invitando 11 pubblico a pregare per il figlio gravemente malato di Michael Jackson, che ha dato forfait all'ultimo momento. Tra le star che si sono alternate sul palco. Renato Zero e Gianni Morandi, Laura Pausini e Alex Britti, i Boyzone e Gloria Estefan, Mariah Carey e Ricky Martin

Luoghi citati: Guatemala, Kosovo, Lione, Modena, Sanremo