Biagi, un implacabile testa a testa con i protagonisti del Novecento di Marco Neirotti
Biagi, un implacabile testa a testa con i protagonisti del Novecento Biagi, un implacabile testa a testa con i protagonisti del Novecento Marco Neirotti Cm E' qualcosa di costante e sommerso che percorre i Libri di Enzo Biagi e accende la fiducia del lettore: «Mi guardò a lungo e mi disse...», «ci incontrammo a casa di...», «lei ricorda se...». E' la presenza sua, dell'autore, mai esibita, ma potente perché è una conferma. Biagi non scartabella archivi, narra ciò che ha toccato con mano, assimilato con occhi, orecchie. E' presenza scevra da esibizioni o compiacimenti. Quella che altrove suona come prosopopea qui ha un che di naturale, memoria personale come un marchio di garanzia. L'abbiamo percepito tante volte, questo segnale garbato, da Un anno Una vita a 1 come italiai d ni, da Quante donne a Scusate, dimenticavo. Adesso, con Racconto di un secolo, questo medesimo filo, questa indistruttibile caparbietà del toccar con mano sono il marchio di qualità di un secolo, il Novecento, visto attraverso i suoi protagonisti. Facile creare un corridoio di ritratti o memorie o confidenze. Più difficile dar corpo a tante figure attraverso le loro parole stesse, i gesti, oppure ,g, ppparole e gesti di chi ha condiviso con loro brandelli o lunghe strisce di esistenze più importanti. Ed è sempre cronaca applicata alla Storia. Il cimitero di Predappio, deserto sotto una piccola pioggia, con un giovane custode che agita le chiavi e due carabinieri che sorvegliano chissà che, diventa ritratto di famiglia e di politica, di umane vite e decisioni per un popolo. La nipote di Lenin che difende pensieri e opere dell'illustre parente, camerieri e aristocratici «ammessi» che narrano Hitler non sono più galleria del passato, ma il passato rivisto, ripensato. La voce del libro sta in questo umile e educato do c'ero», «io ho domandato». Biagi non indugia mai, non si coccola. «Pajetta, dov'eri il 25 luglio 1943?», domanda rapido al leader comunista. «Che cosa fa di speciale il delfino?» chiede a Kappler, interrompendolo, evitando che ci porti sulla strada che più gli aggrada. Interroga a bruciapelo Isaac B. Singer: «Che idea aveva allora del Fuhrer e del nazismo?». Pretende strumenti se non per spiegare almeno per provare a capire. Se altri volumi erano memorie imprestate al presente, quasi a riordinarci l'animo, questo contiene, anziché la presunzione di un bilancio, l'altalena di sofferenza e gioia, libertà e sangue, politica e spettacolo. Biagi ha suddiviso i personaggi per protagonisti della lii (d Ad politica (da Adenauer e Brandt a De Gaulle e Gheddalì, da Kennedy a Lenin e Mao Tse-tung), per dittatori (da Hitler a Mussolini e Stalin), per orrori (dall'Olocausto alla Russia), per condottieri, scienziati, mafiosi, vittime del razzismo, fiamme della ribalta. Ci sono i massacratori e le donne che hanno fatto sognare generazioni, gli scrittori e i giudici, Falcone e i Beatles, Buscetta e Wanda Osiris, Thomas Mann e Josephine Baker. Può sembrare un circo della memoria. Ma il circo poi smonta le tende, saluta e se ne va. Qui tutto resta, con tutto si fanno ri conti, perché tutti rispondono e rispondono davvero, quasi sempre direttamente oppure tramite chi con loro ha diviso giorni, notti, emozioni. E il curioso, tenace, implacabile cronista sfugge al troppo facile stereotipo di chi ha avuto .la fortuna di trovarsi lì. Scrive Biagi all'inizio: «Il destino di un uomo è il suo carattere». E il suo carattere è di chi, «essendo specialista in niente», è andato in cerca di fatti e personaggi. Enzo Biagi Racconto di un secolo Rai-Eri Rizzoli pagine 315. lire 30.000
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