Meccanici verso uno scambio di Gian Carlo Fossi

Meccanici verso uno scambio Sindacati e imprenditori aspettano da Bassolino una proposta Meccanici verso uno scambio Più flessibilità, meno orario Gian Carlo Fossi ROMA Ormai è chiaro che e il ministro del Lavoro Bassolino che deve tirare fuori dal fuoco la «patata» bollente, per giungerò rapidamente al rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Su questo, a conclusione di un'altra giornata di incontri serrati e difficili, concordano per la prima volta sia gli imprenditori (fino a qualche giorno fa decisamente contrari), sia i sindacati. E concordano, perchè nel frattempo si sono persuasi che da soli non riuscirebbero mai a superare le divergenze sui nodi dell'orario, della flessibilità e del salario, sia perchè permangono motivazioni effettivamente (listanti, sia (e forse sopratutto) perchè nessuno dei contendenti ha la possibilità di fare passi avanti, anche se in una certa misura vorrebbe, a eausa di decisioni bloccanti prese dai rispettivi organi deliberanti alcuni mesi fa, praticamente all'inizio della vertenza. In tal senso, come è stato riconosciuto, lo scenario si e presentato «esemplarmente evidente» nella riunione congiunta convocata dal ministro per le 1 I di ieri al fine di verificare se ci fossero le condizioni per avviare un affondo. Al «vertice» hanno partecipato, sotto la presidenza di Bassolino, da un lato la delegazione degli industriali guidala dal vice presidente di Gonfindustria Callieri e dal presidente e dal direttore generale di Federméccanica Pininfarina e Figurati; dall'altro, il leader della Cgil, Sergio Cofferati, i segretari confederali della Cisl Giovanni Guerisoli e della Uil, Musi e Pirani, insieme ai segretari generali di Fiom-Fim-Uilm (Sabattini, Caprioli e Angeletti). ("osi, di fronte alla sostanziale impotenza delle parti a fare autonomamente un salto in là, il lavolo.mjMiO jmtatii sropewo.con un nulla di fatto ed il ministro ha riproso i colloqui separati con sindacati e imprenditori, che sono proseguiti fino a tarda sera nella ricerca tenace di un «punto di caduta» nelle due posizioni su orario, flessibilità e salario, che gli consenta di riconvocare una «plenaria» e presentare l'attesa proposta del governo per la chiusura della vertenza entro il più breve tempo possibile, forse anche tra oggi e domani. Proprio Pininfarina insiste perchè il governo presenti «una proposta che riscuota il consenso delle parli», spiegando: «O il governo è in grado di mettere insieme un testo che ottenga l'adesione delle parti, oppure il contratto non si fa. L'obiettivo è quello di chiudere mercoledì sera se va a buon fine il tentativo del governo. Non so se a questo punto siamo in ritardo o in anticipo rispetto a quella fase. L'unica strada, comunque, adesso è sondare le parti su tutti i temi per cercare di mettere insieme un documento. Sono otto mesi che trattiamo». D'Antoni conferma che il governo sta lavorando per cercare ujia «olusUme, mapon presen-; terà allo parti un ' lodo o un arbitrato, bensì una sintesi tra le diverse esigenze. Cofferati si limita ad osservare: «E' un confronto difficile che proseguo. In questo momento non si può dire altro». I sindacati dei metalmeccanici premono, ma con cautela. «Bisogna vedere - rileva Sabattini - se il ministro è in grado di fare una proposta che possa essere accettata dalle parti. Per noi ci sono punti che non si prestano alla mediazione. Il ministro dovrebbe avanzare un'ipotesi in tempi brevi». Angeletti ritiene che sarebbe «problematico» fare il contratto dopo le elezioni europee: «Credo che vada fatto adesso. Il ministro potrebbe farci una proposta. Le posizioni sono ancora lontane, ma credo che le probabilità di una soluzione positiva superino ora il 50%». Caprioli: «Bisogna lavorare sodo con tutte le nostre forze. Dal ministro attendiamo in tempi brevi una proposta che sia accettabile dalle parti». Un forte richiamo al realismo viene da Cavalitto, segretario nazionale della Fismic: «Non si deve più interromperò: come si è fatto il primo passo sui diritti, si deve adesso fare un affondo sull'orario. La strada ò obbligata, non si può tornare indietro. Con responsabilità e impegno si può e si deve superare il nodo, operando uno scambio nella trasparenza tra orario e flessibilità». E proprio sullo scambio, al di là delle definizioni, sono puntati i riflettori: da un lato, una riduzione per chi lavora in turni disagiati, la notte o durante il fine settimana; dall'altro, un consistente aumento di flessibilità nella gestione di un orario plurisettimanale strettamente legata alle necessità e contingenze aziendali. «O il governo mette insieme un testo che ottenga l'adesione delle due parti oppure il contratto non si fa» Andrea Pininfarina

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