Milano, la Procura smentisce Albertini sulle Br all'Atm

Milano, la Procura smentisce Albertini sulle Br all'Atm «Nessun riscontro» Milano, la Procura smentisce Albertini sulle Br all'Atm MILANO «Primo, non c'era nessun fascicolo sulla denuncia del sindaco Albertini, ma semmai l'apertura di uno stralcio di un'inchiesta precedente; secondo, la denuncia non ha avuto sviluppi semplicemente perchè non ha trovato riscontri». Fine delle comunicazioni da parte del procuratore reggente Gerardo D'Ambrosio che ieri ha messo una pietra tombale sulla vicenda che negli ultimi giorni aveva agitato il mondo politico e sindacale milanese. La paventata presenza di «cellule eversive» e «fiancheggiatori delle Brigate Rosse all'interno di aziende municipalizzate e uffici comunali» annunciata dal primo cittadino Gabriele Albertini e avvallata da un comunicato della giunta comunale venerdì, rimarrà dunque soltanto un'ipotesi, senza certezze. La procura, a tempo di record, ha stabilito che almeno per il momento, se a Milano ci sono dei premiti fiancheggiatori non allignano tra le file degli organici del Comune e tanto meno tra quelli dell'Atra. E dunque non vale la pena di aprire un'inchiesta. Il tutto senza nemmeno interrogare come 'persona informata sui fatti' Albertini, le cui dichiarazioni per altro erano finite in un'ampia relazione allegata agli atti della procura, redatta venerdì scorso dal questore Giovanni Finazzo che venerdì scorso, dopo l'uscita del sindaco nel corso di una riunione in prefettura del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, si era recato a Palazzo Marino per ascoltarlo nel corso di un incontro durato un paio d'ore. Si è trattato di un'indagine veloce, compiuta nel massimo riserbo e probabilmente favorita dal fatto che investigatori e inquirenti, in allerta fin dalla vicenda dei pacchi bomba e ancor più dopo l'omicidio D'Antona, già da tempo stava monitorando varie realtà 'a rischio' sul territorio. Il sindaco ieri sera, avvertito della decisione della Procura, non ha voluto commentare in nessun modo l'archiviazione della sua anomala denuncia. Un 'falso allarme' che aveva comunque spinto D'Ambrosio a istruire un'indagine 'contro ignoti', con l'ipotesi di reato di associazione sovversiva, affidando il tutto al procuratore aggiunto Ferdinando Pomarici, capo del pool antiterrorismo. Bisognerà vedere adesso che fine farà la querela che il giorno dopo le dichiarazioni di Albertini, le rappresentanze sindacali dei Cobas avevano presentato direttamente a D'Ambrosio, ipotizzando per il sindaco, reo di aver gettato il sospetto di presenze terroristiche tra i sindacati di base, la diffamazione. Ma ò facile prevodere che finirà in nulla, visto che, come ha ricordato proprio ieri il presidente della Commissione Antimafia, Ottaviano Del Turco, sul tema del terrorismo in certi casi è meglio una denuncia in più elio l'indifferenza. [r. ni.)

Luoghi citati: Milano