«Spaventati da questa giustizia»

«Spaventati da questa giustizia» «Spaventati da questa giustizia» «Ma ci assolveranno al termine del procedimento» Brunella Giovara roma Tranquilli, e persino sorridenti, e alla line anche battutali Sono apparsi così ieri sera Scattone e Ferraro, seduti su) sofà di una bella casa a farsi intervistare da Francesco Giorgino del Tgl. In contemporanea sul Tg5, Enrico Mentana polemizzava: «Non abbiamo ritenuto opportuno pagare le decine, centinaia per essere precisi, di milioni necessari per intervistarli. Le loro famiglie, è comprensibile, ne hanno bisogno per le ingenti spese della difesa, ma non ci pare giusto - dopo un processo come questo - dare la parola a chi è stato condannato, per di più, appunto, pagando in maniera più esosa. Non abbiamo i soldi del servizio pubblico». Qualche ora prima le facce degli imputati erano diverse. Ma a cose fatte, passata la prima emozione, eccoli raccontare amarezze, speranze deluse, «il disgusto», la «paura» della giustizia italiana. E le bestemmie dette in un sottoscala, a tu per tu, subito dopo la sentenza. Un po' eroi (Ferraro: «entriamo di diritto nel club di Girolùnoni e di Tortora»), strasicuri che le cose in appello cambieranno (Scattone: «Sono "convinto clie sarò assolto al termine dell'intero procedimento»). Su Marta Russo, non una parola. L'intervista è durata 50 minuti. Quello che ieri sera non è stato trasmesso verrà utilizzato in uno speciale di «Porta a Porta» di Bruno Vespa, forse già domani. In studio ci saranno anche loro, a commentare la ricostruzione della storia e il loro sfogo a caldo. Uno sfogo che comprendeva anche battute più pesanti di quelle trasmesse. Ferraro: «La Alletto? Una poveraccia. Voglio vedere come farà a confermare queste bugie». E dopo: «Oggi mi vergogno di essere cittadino italiano». La Olzai non la prendono nemmeno in consi¬ derazione, la Lipari viene sempre chiamata «la dottoressa». Questa è l'intervista di ieri sera, a Scattone, alcune ore fa la senm tenza. Una condanna a 7 armi. I giudici hanno separato un dell stino che sembrava comune fino a qualche ora fa. Scattone: «E' una sentenza che mi ha lasciato molto amareggiato e non me l'aspettavo assolutamente. Ero convinto che sarei stato assolto fin dal primo grado e sono rimasto comunque convinto che sarò assolto al termine dell'intero procedimento. Io non ho commesso questo omicidio né colposo né doloso né nient'altro. Se avessi commesso un omicidio colposo, l'avrei detto subito e non mi facevo un anno e mezzo di carcere. Sembra che me lo sia fatto per sport quest'anno e mezzo di carcere. Lo dicevo immediatamente, anche perché è la prima cosa che mi hanno proposto quando sono stato arrestato». Ferraro: «Il disgusto cresce, perché quello che è successo durante questo processo e con queste decisioni mi lascia molto interdetto, mi spaventa anzi». Scattone, cos'ha provato nel momento in cui il presidente ha letto la sentenza? S.: «Molta tristezza perché io mi aspettavo che la corte non si facesse influenzare dall'atteggiamento pervicace e ostinato della procura che fino all'ultimo ha voluto fortemente la nostra condanna, non si capisce su quali basi concrete». Lei Ferraro ha fiducia nella giustizia italiana? «Io sono spaventato dalla giustizia italiana». E perché? «Perché questo processo mi porta a essere spaventato da questa giustizia». Lei crede alla teoria del complotto degli inquirenti? !■".: «No, assolutamente no. Fa parte forse un po' della metodologia degli inquirenti cominciare con dei teoremi o con dei sospetti. Oggi io e Giovanni entriamo di diritto in quel club in cui c'è Girolimoni, Rapotiz, Zara-Ili, Enzo Tortora. Dall'errore investigativo oggi siamo all'errore giudiziario. Lo dico con l'amarezza, la rabbia, il disgusto che è giusto pro¬ vare quando si sa di essere innocenti e si viene condannati». I genitori di Marta sono convinti della vostra colpevolezza. S.: «Be', vorrei dirgli di non accontentarsi di questa che è una verità di comodo, non è la verità vera». Scattone, perché secondo lei l'Alletto ha con determinazione in aula chiamato in causa sia lei che Ferraro? S.: «Perché a quel punto aveva già fatto delle dichiarazioni che non poteva ritrattare, perché le conseguenze per lei sarebbero state pesantissime sia in termini di perdere la faccia di fronte a tutta l'Italia, sia in termini di condanna penale». Subito dopo la sentenza per circa dieci minuti siete rimasti soli nel sottoscala dell'aula bunker. Cosa vi siete detti? S.: «Io sono rimasto in silenzio, lui imprecava». Che cosa imprecava? F.: «Frasi non riproducibili perché prendevo in considerazione un po' tutto il Paese». Ce ne dia solo un assaggio... F.: «No, no, siamo in prima serata, non possiamo». Polemica del TG5 contro U TG1 sull'intervista esclusiva ai due Olv» .BlZttfTSrX) :,MMrati ifgiMWcB^atAl(^efe.à^n±a nell'aula bunker del Foro Italico

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