«Scattone ha ucciso, Ferrero l'ha protetto»
«Scattone ha ucciso, Ferrero l'ha protetto» Delitto di Marta Russo, subito scarcerati i due ricercatori. Rischiano di non poter più insegnare «Scattone ha ucciso, Ferrero l'ha protetto» Condannati al e 4 anni, per omicidio colposo efavoreggiamento Francesco Grlgnettl roma" «Visti gli articoli...». Giorgio Ferraro si alza dalla sedia. E' un avvocato. Suo fratello Salvatore sta soffrendo qualche metro più avanti, in prima fila, assieme a Giovanni Scattone. Giorgio Ferraro ha già capito che il presidente Amato sta leggendo una condanna. Seduto all'ultima Già, il padre di Scattone, l'ingegner Giovanni, che invece di diritto ne mastica poco, lo segue con lo sguardo. Capisce. S'incupisce. Una mazzata terribile si abbatte sui familiari dei due giovani ricercatori prima ancora che sia letta l'intera sentenza. Che è lapidaria: i due vengono condannati in nome del popolo italiano. Secondo la corte d'assise di Roma sono loro ad aver ucciso Marta. Ma il delitto è stato ridimensionato a omicidio colposo per Scattone (sette anni) e favoreggiamento per Ferraro (quattro anni). E i due, che hanno scontato una lunga detenzione cautelare, sono subito liberi. «Ma non sono loro gli assassini*, si sfoga Francesco Liparota appena assolto. Come pena accessoria c'è l'interdizione dai pubblici uffici. Significa che - non subito, ma se mai verrà confermata dalla Cassazione - non potranno più insegnare o fare concorsi pubblici. «E' una sentenza - sbotta a caldo il padre di Scattone, con lo sguardo perso nel vuoto - ingiusta. Di più non voglio dire. Il processo aveva dimostrato l'innocenza di mio figlio. Adesso bisogna ricominciare daccapo. In ogni caso, bisognava ricominciare». Accanto all'ingegnere c'è una zia. Parla piano: «Se era colpevole come dicono, dovevano dargli l'ergastolo. 0 no? Si vede che non hanno voluto dare torto a nessuno». Poco distante c'è Giorgio Ferraro: «E' una schifezza». Nell'aula-bunker del Foro Italico, dove in genere si tengono processi ai terroristi, l'emozione è forte. In sala ci sono giornalisti e telecamere come non mai. Tantissimi i giovani che aspettavano la sentenza e che poi commentano tra i denti: «Una roba all'italiana». Lo esclama, uscendo, anche Enrico Mentana, direttore del Tg5, che era venuto a vedere di persona. E l'avvocato Manfredo Rossi, difensore di Scattone: «Io mi auguravo che determinati esponenti di polizia, tra quelli che hanno agito, venissero messi nei guai». Fuori dall'aula, l'altro avvocato difensore di Scattone, Francesco Petrelli si sfoga: «Era meglio l'ergastolo. Almeno ne uscivamo con onore. Ma noi sappiamo che Giovanni è innocente. Vedremo in appello». Si andrà in appello. Anche i pm sono scontenti. La sentenza, infatti, accoglie solo in minima parte la loro ricostruzione. Cade l'omicidio volontario. Cadono il piano diabolico, la volontà nietzschiana di potenza, le minacce ai testimoni. E vedono assolti anche gli imputati seconda¬ ri: il professor Bruno Romano non ha depistato le indagini; gli impiegati Francesco Liparota, Maurizio Baschi e Maria Unlli non hanno nascosto alcuna verità; Gabriella Alletto inizialmente è stata costretta a mentire per salvare se stessa e quindi non è punibile; l'ex fidanzata di Ferraro, Marianna Marciteci non ha cercato di costruire alcun alibi al ragazzo. Non si potrà più parlare di omertà all'università. Esulta il professor Franco Coppi, difensore di Romano: «Per essere un omicidio colposo, la pena è stata severa. Ma mi rifiuto di considerare la sentenza come un compromesso». I due condannati, intanto, escono da una porta posteriore. Salvatore Ferraro è sul sellino posteriore dell'avvocato difensore Fabio Lattanzi. Non si vuole fermare con i giornalisti. Urla: «Se questa è la giustizia italiana, allora voglio andare via da questo Paese». Giovanni Scattone monta in macchina con un amico. Silenzioso. I due si ritroveranno nello studio dell'avvocato Enzo Siniscalchi a commentare la loro storia. E l'avvocato, nonché deputato dell'Ulivo, è amaro: «A tempo debito, visto che Ferraro è stato assolto dall'accusa di omicidio, potrebbe pure chiedere i danni allo Stato. La morale di questo processo è che si eccede con il carcere. Lo hanno messo dentro perché volevano la confessione!». SALVATOSI FSRRARO: assistente presso la cattedra di Filosofia del diritto, era accusato di omicidio volontario. Sarebbe l'organizzatore del delitto e avrebbe portato fuori dall'aula 6 l'arma (mai ritrovata) nella sua borsa. La .richiesta del pm: 18 anni. la sentenza: 4 ANNI, per favoreggiamento MOVAMI SCATTO*!: anch'egli assistente di Filosolio del diritto, anch'egli accusato di omicidio volontario. Avrebbe sparato il colpo mortale dalla linestra dell'oula 6. La richiesta del pm: 18 anni. La sentenza: 7 ANNI, per omicidio colposo
Luoghi citati: Roma
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