Cardinale: per Telecom niente «golden share» di Luigi Grassia

Cardinale: per Telecom niente «golden share» Si dimette il consiglio Tim. Ricambio a luglio Cardinale: per Telecom niente «golden share» Luigi Grassia ROMA Colaninno e «molto tranquillizzante». Chissà se tf'padrone di Olivetti e ora' di fel'ecofhrfluorno chè'in lòtta con Bernabè ha rivoluzionato il sistema delle telecomunicazioni italiane, si era mai sentito definire così nei lunghi mesi in cui è stato protagonista assoluto delle cronache economiche. Ad attribuirgli la qualifica è stato ieri il ministro delle Comunicazioni Cardinale, riferendosi alle rassicurazioni che ha ricevuto da Ivrea in tema di posti di lavoro. E il ministro ne ha tratto un'importante conseguenza: «Per quanto mi riguarda, darò indicazione che il governo non usi la golden share», cioè il potere di veto all'intera operazione di scalata che Roma potrebbe ancora esercitare entro 60 giorni, riportando la palla al centro. Un sospiro di sollievo (se la valutazione di Cardinale troverà conferma) per i lavoratori di Telecom, e un importante chiarimento per tutto il sistema economico italiano (benché l'eventualità di azzerare tutto fosse considerata più che altro teorica). Il ministro ha anche dato una valutazione personale sul futuro presidente del gruppo, affermando che «quello di Cesare Romiti potrebbe essere un ottimo nome da spendere». Di Colaninno (che ieri voci da Ivrea, del resto non troppo sorpren • denti, indicavano come prossimo presidente e amministratore delegato di Telecom), Cardinale ha detto: «L'ho incontrato e in base alle sue assicurazioni credo che non userà la scure per far decollare l'azienda». Le voci riguardavano tagli per 19 mila posti eli lavoro. Il ministro ha dato altre due importanti indicazioni. Innanzitutto, la cessione della quota di Telecom Italia ancora in mano al Tesoro, pari al 3,4%, «è irreversibile e avverrà in tempi molto brevi, attraverso un'asta pubblica al miglior offerente, per ricavare il miglior prezzo possibile». Un'ulteriore conferma che per il governo, ormai, non ci sono altre preoccupazioni, hi secondo luogo ha detto che l'ipotesi di alleanza tra Telecom Italia e Deutsche Telekom «non è un'operazione legata al management della società» e quindi rimane possibile. Da Roma, dove aveva ascoltato le considerazioni finali del governatore di Bankitalia Fazio, il presidente di Olivetti, Antonio Tesone, ha dichiarato che per l'ingresso di nuovi soci nell'azionariato di controllo della società di Ivrea «potrebbe essere questione di qualche settimana». Ma con quali nuovi azionisti? Il presidente della Olivetti non si è sbilanciato più di tanto, ma ha detto che «saranno sicuramente soci nazionali e politicamente indipendenti». Il che ha suscitato la domanda se quest'ultima considerazione escludesse l'ingresso di Fininvest, già dettasi interessata ((ultimamente per bocca di Marina Berlusconi). Tesone si è tenuto ancora nel vago, osservando semplicemente «è una questione ampiamente dibattuta». Si è sbilanciato un po' di più sulle ipotesi Comit, Generali e Banca di Roma: «Se ne parla, ma non è detto che entrino tutti e tre*. La parola agli interessati. Per la Comit, ramministratore delegato Pierfrancesco Saviotti è stato il più possibilista: «Credo che in proposito deciderà il prossimo Consiglio - ha detto -. Ma è ancora prematuro fare certi discorsi». Quanto al presidente delle Assicurazioni Generali, Alfonso Desiata, sì è trincerato dietro il più classico dei «no comment». A chiamarsi fuori ha invece provveduto Banca Intesa, il cui presidente Giovanni Bazoli ha dichiarato ieri: «No, in Olivetti non entriamo, neppure se ce lo chiedono. Non ci interessa proprio». Infine, dopo quello di Telecom ieri si è dimesso anche il consiglio di amministrazione Tini, la branca dei telefonini, per far posto ai nuovi uomini di Ivrea. L'assemblea è convocata per il 2/12 luglio a Torino. Il ministro , delle Comunicazioni Salvatore Cardinale