Clonato il primo topo maschio

Clonato il primo topo maschio Washington: per la prima volta gli scienziati riproducono un mammifero adulto, ci sono voluti 274 tentativi Clonato il primo topo maschio Franco Pantarelll NEWWRK E adesso ad aggiungersi alla popolazione di animali clonati, la pecora Dolly e la topolina Cumulina, è arrivato «Fibra», un topo maschio. E' stato prodotto all'Università delle Hawaii, i suoi «padri» sono stati i professori Ryuzo Yanagimachi e Teruhiko Wakayama e oltre ad essere il primo topo maschio è anche il primo mammifero in assoluto ad essere ottenuto usando cellule che non appartengono all'apparato riproduttivo, il che sembra provare che la clonazione è possibile con qualsiasi cellula do! corpo. L'intera storia di Fibra uscirà nel prossimo numero della rivista «Nature Genetics», ma intanto il professor Yanagimachi ha anticipato alcune cose, per esempio che Fibra «è attivo e in perfetta salute» ed ha anche dato il suo contributo - diciamo così - alla nascita di due topolini a loro volta perfettamente normali. C'è ancora il problema che il processo che ha portato alla sua nascita è ancora da investigare per bene. Yanagimachi dice infatti che prima di ottenere Fibra sono stati falliti ben 273 tentativi e non è del tutto chiaro cosa abbia comportato la riuscita di questo. Ma il fatto che sia riuscito apre comunque nuovi orizzonti perché finora si riteneva clie fosse possibile soltanto la clonazione di femmine. Dolly e Cumulina, quest'ultima prodotta l'anno scorso dagli stessi Yanagimachi e Wakayama, erano state ottenute usando cellule dell'apparato riproduttivo e gli scienziati avevano finito per convincersi che ci fosse qualcosa di particolare nelle cellule femminili, anche se nessuno sapeva ancora dire cosa. Fibra sembra fare giustizia di quella convinzione. «I nostri risultati - dicono i due studiosi nell'articolo scritto per "Nature" - dimostrano che la clonazione non è limitata alle femmine, né alle cellule dell'apparato riproduttivo». Loro, per produrre Fibra, hanno usato quella che viene chiama la «Honolulu Technique» leggermente di- ,|. i ,.r, mnìaii versa da quella usata dai loro colleghi scozzesi per produrre Dolly. Hanno creato 274 embrioni servendosi della pelle prelevata dalla coda di un topo e li hanno inseriti in potenziali «madri surrogate». Quasi tutti non hano avuto esito, ma in tre casi sono nati dei topolini, «tutti e tre maschi e tutti e tre con gli occhi neri», dicono i due scienziati. Poi, due sono morti quasi subito ma il terzo, Fibra per 1 appunto, è arrivato all'età adulta ed ha anche figliato. Una volta chiarito perché di tutti i tentativi fatti solo tre sono arrivati a buon fine e di essi solo imo è sopravvissuto, spiegano sempre i due scienziati, ci sarà la possibilità di immagazzinare il patrimonio genetico dei topi conservando dei pezzetti di coda o di altre parti del corpo, senza dover congelare gb embrioni. E in prospettiva loro vedono «alcune specie di qnìmali, per esempio quelle minacciate dall'estinzione, riprodursi copiosamente grazie ai loro cloni di ambo i sessi». Un modo di mettere «in positivo» il loro lavoro, ignorando tutte le perplessità che invece, come si sa, la clonazione suscita. La pecora scozzese Dolly, B primo animale clonato t» ed ora r •iii....,,iuvi'. atj; ufltìifjòu co:>

Persone citate: Fibra, Franco Pantarelll, Ryuzo

Luoghi citati: Hawaii, Washington