Si cerca a Roma il commando delle Br di Francesco Grignetti

Si cerca a Roma il commando delle Br Ex brigatisti aiutano gli inquirenti, ieri Olga D'Antona in Procura. Indagini serrate in Versilia Si cerca a Roma il commando delle Br L'allarme di Vigna: i terroristi colpiranno ancora Francesco Grignetti ROMA Il onoro dell'inchiesta sull'omicidio di Massimo D'Antona è incentrato su Koma. Ci sarà pure qualche vecchio arnese del brigatismo che non ha deposto le armi. E infatti si cerca in Toscana e in tutte le città del Nord dove imperversava il terrorismo negli anni di piombo per vedere se qualcosa salta fuori. Ma è qui, a Koma, che il commando si è preparato per settimane. Qui che qualche giovane «antagonista» ha fatto il salto nella lotti» annata. Iìì Digos ha inviato ieri un rapporto alla magistratura dove si fa una radiografia accurata del mondo «antagonista» romano. Per la prima volta si formulano ipotesi su qualcuno che fino a ieri era consideralo un simpatizzante, poi fiancheggiatore di movimenti guerriglieri stranieri, e oggi forse ò diventato un terrorista E sono due o ire i personaggi al centro delle investigazioni preventive. Due o tre sospetti che in passato hanno partecipato a manifestazioni sfociate in atti di violenza. Collaborano alle indagini di polizia alcuni ex brigatisti che ben conoscono le idee e la psicologia dei vecchi compagni di militanza. I sospetti della polizia, però, linoni non hanno trovato riscontri. Ieri pomeriggio é stata chiamata a palazzo di giustizia la signora Olga D'Antoni, la vedova del professore, per registrare il suo racconto. Le sono state mostrate molte foto se¬ gnaletiche nel dubbio che avesse notato qualcosa o qualcuno nei giorni precedenti l'omicidio. Ma la signora D'Antona non avrebbe riconosciuto nessuno. Né c'erano mai state avvisaglie in passato. Nei rapporti della polizia si fa poi riferimento al racconto di alcuni testimoni. Quelli considerati più attendibili: il lavoro di scrematura ha occupato molto tempo. Diversi mitomani hanno fatto perdere tempo. E finalmente è stata ricostruita - in via definitiva, pensano gli investigatori - la dinamica del fatto. Al tredicesimo giorno di indagine, però, fanno capolino le prime polemiche. Franco Frattini, Forza Italia, presidente del comitato di controllo sui servizi segreti: «Le vecchie Brigate rosse non sono mai scomparse. Con 120 latitanti di cui si sono perse le tracce in questi anni, non ci si poteva illudere che sotto la cenere non covasse ancora questo fuoco. A quelli che hanno continuato la pratica della lotta armata, si sono poi aggiunte le nuove reclute». E il vicepresidente del Consiglio Sergio Mattarolla, con delega ai servizi segreti: «Ci si è accontentati delle verità processuali che, palesemente, non sono complete». Intanto si cerca di ricostruire quanto può essere accaduto delle colonne brigatiste di Boma e di Firenze, sgominate dagli ultimi arresti alla fine degli Anni Ottanta, mai del tutto scomparse. In Versilia, ad esempio, sono passati al setaccio gli ambienti dell'estremismo. Tornano spesso i nomi di Anna Mutini e di Simonetta Ciorgieri, entrambe di Carrara, ora rifugiate in Francia, le due donne della colonna toscana. Gli investigatori sospettano che in Toscana un silenzioso reclutamento non sia mai cessato. Non a caso, forse, due giovani fiorentini furono arrestati nel 1995 a Roma, con volantini che inneggiavano a un attentato contro la sede romana della Nato, e si dichiararono «prigionieri politici». Nel recente passato, poi, vennero trovati in Versilia uno stock di 900 cartucce calibro 9, una pistola calibro 38, materiale propagandistico dell'Età. Le due persone coinvolte nel ritrovamento erano ex appartenenti alla brigata «Luca Mantini» di cui facevano parte Maria Cappello e Fabio Ravalli, in carcere per l'omicidio Ruffilh. E' azzardato pensare che da qui sia par¬ tito un input per la ripresa della lotta armata? Ma c'è anche, parallelamente, la pista del Nord-Est. Guido Papalia, procuratore di Verona, che indagò sul sequestro Dozier, annuncia che ci sarà presto un vertice tra magistrati. Papalia non crede all'esistenza di un nuovo ideologo, essendo il documento «pedissequo e senza aggiornamenti» rispetto al passato. Teme però che ci siano nell'ombra «organismi interessati a destabilizzare l'Italia», cosi come in passato furono attivi i servizi segreti bulgari. E intanto Piero Luigi Vigna, superprocuratore Antimafia lancia il suo allarme: «Mi sembrerebbe irrazionale che un gruppo clie si rifa all'esperienza del Br pensi di entrare in campo avendo come progetto una azione sola». Un carabiniere preleva incartamenti sulle Brigate rosse dagli archivi del comando di Pontedera