Belgrado denuncia altre due stragi

Belgrado denuncia altre due stragi La Nato: attaccati solo obiettivi militari. Cook: Milosevic ha fatto ben più vittime di noi Belgrado denuncia altre due stragi Colpiti un sanatorio, un ospizio e abitazioni civili, 30 morti Ingrld Badurina ZAGABRIA Dopo il ponte di Varvarin, la clinica Surdulica. Secondo fonti di Belgrado i cacciabombardieri della Nato hanno colpito una casa di cura per anziani nella piccola località della Serbia meridionale, uccidendo venti persone e ferendone altre decine. Ma si cercano ancora le vittime rimaste sepolte sotto le macerie. Secondo la tv serba sarebbero stati lanciati 20 missih. A detta di alcuni testimoni oculari cinque sarebbero stati sganciati nelle vicinanze del sanatorio, due dei quali hanno distrutto l'ospizio per anziani affiancato ad una casa di cura per malattie polmonari. Secondo gli abitanti del posto non ci sono obiettivi militari nelle vicinanze del complesso. Ma dalla Nato affermano che i loro aerei hanno colpito una caserma e un deposito di munizioni. Non possiamo confermare di aver colpito la clinica. Per ora non ci risulta che ci siano stati dei razzi che hanno sbagliato bersaglio, ha dichiarato un portavoce dell'Alleanza, aggiungendo che è stata aperta un inchiesta. Anche ieri le sortite dei caccia alleati hanno avuto un numero record. Sono nuovamente state bombardate le postazioni dell'esercito jugoslavo del Kosovo, soprattutto nelle vicinanze del confine con l'Albania. In mattinata l'artiglieria pesante serba aveva aperto il fuoco contro i villaggi albanesi oltreconfine e le postazioni dell'Uck. Le forze militari di Tirana non hanno reagito, ma sono stati i caccia Nato a intervenire. Secondo fonti serbe sono state danneggiate un centinaio di tombe del cimitero ortodosso di Pristina, colpito già quattro volte. Sempre a detta cu' Belgrado una nuova strage di civili è avvenuta a Novi Pazar: dieci morti e venti feriti con decine di abitazioni distrutte dalle bombe della Nato. «La nostra campagna tattica ha trasformato le forze serbe, ieri ancora bene equipaggiate, efficaci e temibili, in un mosaico di individui meno adatti a compiere la loro crudele missione. Si tratta di un esercito in declino». E' quanto afferma il generale americano Wesley Clark, comandante in capo delle forze Nato in Europa, in un articolo nel quotidiano francese «Le Figaro». «Milosevic sarà costretto a piegarsi, presto o tardi, alle nostre esigenze. In attesa che si arrenda, giorno dopo giorno, notte dopo notte, gli aerei della Nato continueranno a decollare. Ogni giorno che passa ci avviciniamo alla vittoria. Ogni giorno che passa avvicina Milosevic alla sconfitta», ha scritto il generale Clark, aggiungendo che deplora con forza le perdite civili che ci sono state, ma che sarebbero state ben superiori se gli Alleati non avessero scelto i loro obiettivi con cura, se la tecnologia non fosse di punta e il personale non fosse cosi esperto. Il ministro britannico degli Esteri, Robin Cook, ha replicato alle denunce di Belgrado sulle stragi di civili a Varvarin e nell'ospizio di Surdulica: «In 60.000 missioni aeree da quando è iniziata la campagna di attacchi della Nato si sono verificati 12 errori che hanno causato vittime civili, e molte di meno delle 20 o 30 mila vittime fatte da Milosevic». «Sotto le armi abbiamo 150 mila uomini, siamo pronti a qualsiasi tipo di attacco di terra. Se la Nato deciderà di attaccare la Jugoslavia con truppe di terra, dovrà mettere in conto molti morti e molti feriti, perché non è in grado di entrare e ancora di tenere il territorio senza avere vittime». Quasi fosse una risposta al generale Clark, il comandante del Terzo Corpo della Arma¬ ta jugoslava responsabile per il Kosovo, generale Nebojsa Pavkovic, ha dichiarato in un'intervista a «Vecemje Novosti», che tutto era stato preparato ancora prima del 24 marzo, data di inizio dei raid della Nato, per fronteggiare una guerra. «Abbiamo avuto perdite minime, le nostre truppe si muovono continuamente per evitare di trovarsi sotto attacco. I caccia della Nato non sono riusciti a danneggiare le nostre forze, mentre la Nato ha ammesso di aver perduto 80 aerei», ha detto Pavkovic. Ieri pomeriggio una bomba a grappolo della Nato è caduta in un piccolo bar vicino al porto di Durazzo, in Albania centrale. L'ordigno, che non è esploso, s'è proba¬ bilmente staccato per errore da un caccia diretto in Jugoslavia. Nel bar si trovava anche un gruppo di carabinieri italiani fuori servizio. Due missili sono invece terminati sul territorio ungherese, uno in un allevamento di maiali, l'altro nel giardino di una casa privata, ma non ci sono state vittime. Nella nottata, nuova,, dura offensiva della Nato: tutta la Serbia, e non solo Belgrado, è piombata nel buio. Intorno alle 21,30 gli aerei dell'Alleanza hanno colpito i trasformatori dell'alta tensione di Besanja, a Novi Beograd e analoghi impianti elettrici a Lestane. Alcune ore dopo l'energia elettrica era stata parzialmente ripristinata solo in alcuni quartieri della capitale. Aereo sgancia una bomba su un bar a Durazzo C'erano anche dei carabinieri italiani Nella notte ancora missili sulle centrali elettriche: al buio tutta la Serbia

Persone citate: Cook, Milosevic, Nebojsa Pavkovic, Pavkovic, Robin Cook, Wesley Clark