«Niente Opa ostili in banca vigilo io» di Zeni

«Niente Opa ostili in banca vigilo io» IL GOVERNATORE E IL CREDITO «Niente Opa ostili in banca vigilo io» Armando Zeni MILANO Primo messaggio: favorire aggregazioni (anche con istituti stranieri) pqr consentire alle banche il aliane di partecipare alla formazione di grandi gruppi bancari capaci di compertere nell'era dell'euro. Secondo messaggio: quesl e aggregazioni non possono prescindette dalla specificità dell impresa bancaria e dalla tutela del risparmio e quindi le offerte ostili, in teoria non proibite, non convengono a nessuno e tocca comunque alla Banca d'Italia date il parere preventivo sui loro contenuti. Non fa nomi, il governatore Antonio Fazio, nella patte della sua relazioni! dedicata all'evoluzione del inondo bancario. Non cita esplicitamente li? Ops (stoppale) del Sanpaolo-Imi su Banca di Roma e dell'Unicredit su Conni ma il riferimento è fin troppo chiaro: nei maggiori sistemi finanziari, rispiega, «è richiesto che ogni acquisizione rilevante di quote di capitale bancario venga preventivamente esaminata e autorizzata dall'organismo di vigilanza». Éècesso di dirigismo? Niente affatto, insiste il governatore, è la delicatezza del settore che impone una maggior cautela «anche perchè dal mancato rispetto delle procedure possono dipendere oscillazioni dei corsi di Borsa dei titoli interessati». Ribadisce la tesi cara a via Nazionale (in materia di banche la primogenitura spatta alla vigilanza di Bankitalia), Fazio, e ai fautori della primogenitura del mercato (e quindi dell'autorità di vigilanza del mercato, la Consob) che, proprio in occasione delle due Ops su Comit e Banca di Roma, avevano visto nel preventivo nulla osta della banca centra- le una incoerenza tra testo unico bancario e legge Draghi Fazio replica che «la procedura di informativa preventiva verrà integrata per renderla più stringente e rafforzare la rispondenza alle esigenze degli operatori e ai progressi del mercato finanziario». Parole che sorprendono l'amministratore di Comit Pierfrancesco Saviotti ma non il presidente della Consob Luigi Spaventa: «Nulla da eccepire». Banca d'Italia ha detto no ad alcune aggregazioni per «prevenire situzioni di instabilità ed evitare violazioni statutarie», insiste Fazio nella sua relazione. Tra i presenti, ad ascoltarlo, ci sono tutti i big del credito. C'è Luigi Arcuti, presidente del Sanpaolo-Imi, che preferisce citare un vecchio adagio: «Non ci si deve mai voltare indietro nò avere rimpianti, meglio guardare avanti». C'è Rainer Masera, l'amministratore delegato dello stesso Sanpaolo, che prende tempo: «E' una relazione su cui riflettore». Avanti con le concentrazioni per contare di più in Europa, sprona il governatore invitando le banche a non abbassare la guardia sui costi: «Serve una diminuzione rilevante del costo del lavoro per unità di prodotto e un aumento considerevole dei ricavi da servizi». In Eurolandia contiamo troppo poco, spiega Fazio. La riprova? Nei numeri: la quota di mercato delle prime cinque banche italiane è del 5,3% contro il 13%, 12%e 10% delle prime cinque tedesche, francesi e inglesi. «Un giusto invito alla concentrazione», applaude convinto il presidente dell'Abi, Maurizio Sella. «Fazio ha detto una grande verità, le banche italiane sono ancora troppo piccole», concorda Luigi Lucchini, presidente della Comit.

Persone citate: Antonio Fazio, Luigi Arcuti, Luigi Lucchini, Luigi Spaventa, Maurizio Sella, Pierfrancesco Saviotti, Rainer Masera

Luoghi citati: Europa