PICCOLO NON E' PIÙ' BELLO di Alfredo Recanatesi

PICCOLO NON E' PIÙ' BELLO PICCOLO NON E' PIÙ' BELLO Alfredo Recanatesi L«j ASSENZA della politica monetaria nelle «considerazioni finali» del Governatore è emblematica della rivoluzione determinata dall'avvento dell'euro. Non si parla più di tassi d'interesse, di liquidità, di disponibilità di credito perché tutto questo si decide a Francoforte. La rimozione era scontata, ma fa ugualmente impressione perché è assoluta, volutamente manifesta, quasi provocatoria. Il potere perduto non è solo quello di decidetela politica monetaria, ma anchequello conseguente di dare forza alle analisi ed ai precetti relativi ad ogni altro aspetto della politica economica e finanziaria. Il mutamento si coglie nell'impostazione complessiva delle «considerazioni». Rimane il tradizionale ruolo pedagogico della Banca d'Italia, ma impostato più che mai sulla forza del ragionamento e della persuasione. In questa chiave, con toni privi di spigoli taglienti, il Governatore ha descritto un Paese che si è messo alle spalle le tante emergenze che ne hanno travagliato la recente storia - il controllo dell'inflazione, il riequilibrio della finanza pubblica, la difesa della lira -, ma deve ora affrontate un consolidamento strutturale necessario per riprendere la via dello sviluppo nel mondo della globalizzazione e della moneta unica. Il Governatole ha così inserito un richiamo forte e documentato all'esigenza che si modifichi la struttura produttiva del Paese. E' un richiamo forse tardivo, ma che aggiunge autorità alle tesi secondo le quali è finito il tempo delle piccole imprese e del lavoro autonomo. Nell'industria e nei servizi occorre un maggior numero di grandi imprese perché solo con dimensioni adeguate è possibile investire nell'innovazione e nel progresso tecnologico. L'alternativa da evitare è quella di creare competitività «muovendo verso assetti sociali e produttivi che caratterizzano i Paesi emergenti». Destinatari del messaggio sono non solo gli imprenditori fermi al tempo del «piccolo è bello», ma anche, e forse soprattutto, la politica economica: il tema degli investimenti, dell'occupazione, dello sviluppo non può semplicisticamente esaurirsi in un discorso di tasse e pensioni.

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