SALGARI Il mio vicino di casa
SALGARI Il mio vicino di casa SALGARI Il mio vicino di casa LA CITTA'SEGRETA DUE STANZE IN AFFITTO PER IL CAVAUER EMILIO SONO venuto ad abitare alla Madonna del Pilone: proprio dove dallo stradone che va à | Casale, su cui arranca il trenino per Chivasso, si stacca la strada per Pino. E' una borgata di piaci- : de acque frusciami, di mulini (ce n'è uno vecchissimo e cigolante, proprio qua dietro), di orti e lavandaie canterine. Torino, dove stanno preparando l'Esposizione Universale, sembra lontanissima. Ma qui l'allegria non manca. Ci sono piole e osterie che si chiamano «Posta», «Stella d'oro», «Sebastopoli». Ci vengono pescatori, operai, giocatori di bocce, militari. Tutta gente che beve gagliardo, soprattutto freisa e barbera. Il mio vicino di casa è il famoso cavalier Emilio Salgari. E' un ometto di modesta statura, un po' atticciato, con una gran faccia rotonda, pochi capelli! brizzolati, molte rughe leggere e robusti baffi a spazzola; esce con paglietta e bastone. Ha quattro figli, ima moglie devota e ansiosa che si chiama Ida, e una quantità di animali: cani, diciassette gatti (che orinano sempre nei miei limoni), una scimmia, una tartaruga, uno scoiattolo, un pappagallo, un'oca che di nome fa Sempronia. Lavora come un disperato perché gli editori - al solito - sono dei veri negrieri, e il Bemporad di Firenze, per cui adesso lavora, non è meglio degli altri. Anzi. Venti romanzi in due anni, e neanche il tempo di rileggere i fogli che riempie con la sua calligrafia minuta e ordinata. Usa sempre la stessa cannuccia su cui ha legato il pennino con un po' di refe; si prepara da solo gli inchiostri con certe sue bacche. Fuma cento sigarette al giorno, e beve Marsala per tenersi su. Ha la mania dei palloni aerostatici. Una volta ne ha costruito uno di carta che è arrivato fino a Sassi. Il cavaliere abitava nella casa a un piano dove sto io adesso, che sta dentro il cortile e si affaccia sul canale Michelotti e sui platani dell'argine. C'è anche un giardino che lui amava molto (ha sempre avuto case col giardino), ma ha dovuto andarsene per problemi di affitto. Così si è ritirato in due stanze dell'edificio che dà su corso Casale. Le rare volte che esce - pallido, agitato dai suoi fantasmi - va sul] argine, a vedere il canale e il fiume, le chiatte, i barconi a fondo piatto. Qui dove il fiume gira, la vegetazione è più folta; qui immagina abbordaggi, scontri all'arma bianca, eroine in pericolo, tradimenti, eroismi. Mentre lui fantastica, i figli entrano a piedi nudi nell'acqua bassa; la primogenita, Fatima, canta come un angelo. La sentiamo che si esercita, la mattina. Ha già cantato arie dell'Aida e del Trovatore al «Circolo dei meridionali», con gran successo. Ogni tanto il cavaliere si mette al vecchio pianoforte di Fatima e strimpella come un forsennato. Nessuno protesta. Ho detto al cavaliere di venire nel suo amato giardino quando vuole, ma lui ha fatto dei gesti come a dire che è schiacciato dal lavoro. Ha detto che non sa quanto potrà tirare ancora avanti, tanto più che adesso hanno ricoverato quella santa donna della signora Ida in manicomio per via delle crisi nervose. Nel caseggiato siamo tutti molto preoccupati. Neppure la Malesia del Po riesce a confortare il cavaliere. Abbiamo paura che un giorno o l'altro faccia quello che 1 giornali chiamano «un gesto insano». Ernesto Ferrerò SALGARI Il mio vicino di casa Emesto Ferrerò, direttore della Fiera del Libro, abita dare visse Emilio Saifftri. In questo articolo racconta il suo «vicino» Nelle foto, Ferrerò davanti alla casa «salgnriana», e scorci dell'abitazione edelpardùio funaio dallo scrittore (nel riquadro)
Persone citate: Bemporad, Emilio Saifftri, Emilio Salgari, Ernesto Ferrerò, Michelotti
Luoghi citati: Casale, Chivasso, Firenze, Malesia, Marsala, Torino
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