I PERDENTI DELLO STABILE di Monica Bonetto

I PERDENTI DELLO STABILE AL CARIGNANO I PERDENTI DELLO STABILE L'ente teatrale chiude la stagione con «Le Tigri» di Gian Fiero Bona ■ fatti procedono senza unità di tempo e ■ luogo, costringendo i personaggi a sciupìi piarsi là quando riappare la loro infanzia. Durante le vicende del passato essi si immergeranno quindi in una apposita "zona d'ombra", dove rivivranno realmente il ricordo con la stessa intensità del presente». Così scrive Gian Piero Bona nell'indicazione di scena che sta all'inizio del copione de «Le tigri», testo che il Teatro Stabile ha deciso di produrre in questa fine stagione 98-99. Lo spettacolo debutta in prima nazionale martedì 1° giugno alle 20,45 al Teatro Carignano e verrà replicato fino al 13. La regia è di Marco Sciaccaluga. Nove gU interpreti: Laura Marinoni (nella foto), Luca Lazzareschi, Ester Galazzi, Aleksandar Cyjetkovic, Jenny Lipman, Georg Clementi, Giorgio Lanza, Anna Marcelli, Nanni Tormen. Valeria Man ari ha disegnato scene e costumi, Arturo Annecchino ha scritto le musiche originali, Giancarlo Salvatori si è occupato defle luci. Ma torniamo alle note introduttive dell'autore. E' chiaro che ciò che aspetta il pubblico non è un andamento temporale fluido e continuo, ma piuttosto un andirivieni balbettante lungo le tappe di una vicenda in cui il passato e il futuro si intrecciano, e la memoria è un presente costante che ingloba in sé ogni attimo già vissuto fondendolo con ciò che accadrà. Si comincia dalla fine, non n caso. All'inizio della storia dunque, muore Caterina concludendo così ima vicenda di conflitti devastanti (e sullo sfondo c'è anche la guerra), di incomprensioni, di lacerazioni profonde che segnano indelebilmente ogni personaggio. L'ambiente è altoborghese, con tanto di governante inglese che fmirà, ormai anziana e testimone sofferente di tutte le tappe di una tragedia ineluttabile, preda di allucinazioni abitate da tigri. E il centro drammaturgico è il tenia dell'incesto: Caterina ama Bernardo, suo figlio, lui è amato da Anna, novella Ofelia destinata alla pazzia ma amata a sua volta da Ivan naturalmene respinto e divenuto prima partigiano e comunista, poi prete. Tutti perdenti, insomma. Tutti tranne uno, Bernardo, che non si fa fregare dalla propria coscienza (la «tigre» cui allude il titolo), vende la villa di famiglia c cancella ogni spettro. Biglietti a 40 mila lire. Prenotazioni allo 011/517.62.46. Monica Bonetto