TORINO SET
TORINO SET TORINO SET INTERVISTATO da Piero Abrate e Germano Longo per il loro libro «Cento anni di cinema in Piemonte», l'anziano regista Gianni Vernuccio dimostra un ricordo molto vivo della Torino Anni Cinquanta, quando diligeva i suoi film prodotti negli stabilimenti Fert. «Erano sempre film a basso costo, ma fatti con un certo stile, e dunque la cosa più importante era la precisione e il rispetto dei piani di lavorazione. Venturini (il produttore che aveva cercato di rilanciare in quegli anni il cinema a Torino, ndr) cercava sempre di fare film a basso costo, ma che avessero un'attrazione spettacolare, un particolare motivo di interesse per il pubblico. Insomma, era riuscito a creare un bell'ambiente a Torino, la gente della buona società insisteva per comparire nei film, mi ricordo che c'era anche chi offriva finanziamenti, perché i film andavano bene». Insomma, il ricordo del regista svela una mondanità spinta da parte della buona borghesia subalpina, che ha fama invece di essere ritrosa. Gianni Vernuccio aveva girato vari film tra i quali «Le avventure di Cartouche» al Borgo Medievale, e in quel film di cappa e spada compariva anche un ottimo attore hollywoodiano, Akim Tamiroff. La sua presenza in città è raccontata da Lorenzo Ventavoli nel suo libro «Pochi, maledetti e subito», che conferma una vita mondana piuttosto intensa: «Quando fervono le festicciole o i ricevimenti (molte ville torinesi della collina si aprono per gli ospiti insoliti ormai inseriti tra le diffidenti schiere degli operosi borghesi subalpini), la moglie annuncia che Akim Tamiroff non è della partita poiché, chiuso in camera, studia la parte per il giorno successivo».
Persone citate: Akim Tamiroff, Cartouche, Fert, Germano Longo, Gianni Vernuccio, Lorenzo Ventavoli, Piero Abrate, Venturini
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