Intuì per primo i buchi neri
Intuì per primo i buchi neri LA LEZIONE / PIERRE SIMON DE LAPLACE Intuì per primo i buchi neri Nato 250 anni fa, fu astronomo, matematico e ministro IL 23 marzo 1749, nasceva in un piccolo villaggio della Francia settentrionale il matematico e astronomo Pierre Simon de Laplace, Di umilissime origini contadine, le modeste condizioni della famiglia non y,ì\ avrebbero consentito di continuare gli studi, ma i successi riportati alla scuola del villaggio indussero i suoi ricchi vicini di casa a tarsi carico dell'educazioni; scolastica di quel ragazzino promettente che dimostrava grande interesse e versatilità per le scienze e per la matematica. Inviato a Parigi con una lettera per D'Alembert, Laplace non fu ricevuto perché il famoso illuminista e coautore della Enciclopedia si rifiutava di ascoltare i giovani raccomandati. Laplace, allora, gli scrisse una lettera con la quale esponeva in maniera magistrale i principi generali della meccanica e D'Alembert, colpito da quella originale esposizione, volle conoscere il giovane autore e grazie al suo interessamento Laplace fu nominato professore di matematica della Scuola militare di Parigi. Alcuni anni più tardi ebbe anche modo di esaminare un giovane allievo del Corpo reale di artiglieria che rispondeva al nome di Napoleone Bonaparte. Laplace non ne restò particolarmente impressionato ma l'allievo, quando divenne famoso, si ricordò invece del suo professore, nominandolo senatore e Ministro della Pubblica istruzione. Caduto Napoleone, si legò a Luigi XV111 che lo fece pari di Francia e marchese. Insieme ad altri illustri personaggi riuscì ad evitare la ghigliottina perché, durante la rivoluzione francese, fu precettato per calcolare le traiettorie dei proiettili e per collaborare alla direzione dei laboratori che preparavano il salnitro, necessario per la polvere da sparo. Quando la Convenzione decise di riformare il calendario, Laplace propose come inizio del nuovo computo degli anni il 1250, anno nel quale l'asse maggiore dell'orbita della Terra ora perpendicolare, come risultava dai suoi calcoli, alla linea degli equinozi. Ma la proposta non passò e fu scelto come inizio della nuovu era il 22 settembre 1792, data della proclamazione della Repubblica. Affascinato dal sistema di Newton, e dalla teoria della gravitazione, Laplace considerò l'astronomia «il vero metodo che bisogna seguire nella ricerca delle leggi della natura». Gli astronomi, infatti, non si limitano a raccogliere fatti (questo metodo, secondo Laplace, porterebbe solamente a sterili nomenclature), ma vanno oltre ad essi per scoprire quelle connessioni che consentono di formulare le «leggi» dei movimenti dei pianeti per poi risalire al principio generale costituito dalla «gravitazione». Nella scienza, dunque, tutto discenderebbe da pochi principi generali e grazie alla potenza della matematica, che cessa di essere considerata una scienza autonoma per diventare un semplice strumento delle scienze empiriche, è possibile prevedere tutto. Nulla, dunque, può essere affidato al caso e ali imponderabile (la meccanica quantistica era ancora di là da veni¬ re!). Famosissima la affermazione che sta alla base del suo determinismo e secondo la quale una «intelligenza» che conoscesse in un certo istante lo stato di un sistema, potrebbe abbracciare in un'unica formula il passato e il futuro. Considerato il «Newton francese», nell'arco di ventisei anni pubblicò la Meccanica celeste, della quale propose una edizione più comprensibile e senza formule matematiche dal titolo Esposizione del sistema del mondo, considerato il suo capolavoro, Nella Meccanica celeste, infatti, sembrava farsi burla del lettore quando giustificava certi suoi passaggi matematici con la locuzione «è facile vedere ...». E di fronte a quella frase i suoi lettori brontolavano non poco perché, come scrive Bell, sapevano «che verosimilmente ne avrebbero avuto per una settimana di lavoro da facchini». Famosissima, in astronomia, la sua ipotesi sull'origine nebulare del sistema solare, che oggi viene giustamente detta «di KantLaplace» perché il filosofo tedesco fu comunque il primo a proporla. Notevole anche il contributo di Laplace al calcolo delle probabilità e il suo Trattato sulla probabilità resta ancora oggi un classico dell'argomento e un bellissimo esempio di divulgazione scientifica. Va ancora attribuita a Laplace l'intuizione dei «buchi neri», vale a due l'esistenza di un corpo dalla densità talmente elevata da riuscire a intrappolare perfino la luce con il suo forte campo gravi tazionale. E' legata al suo nome, infine, una famosissima equazione alle derivate parziali seconde (il cosiddetto «operatore laplacia no») che ogni studente di fisica e matematica non può fare a meno di incontrare. Morì a Parigi il 5 marzo 1827. Franco Qàbtel Planetario di Ravenna Il matematico Simom de Laplace
Persone citate: Bell, Franco Qàbtel Planetario, Napoleone Bonaparte, Newton, Pierre Simon De Laplace
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