Lo stress di medici e infermieri

Lo stress di medici e infermieri OSPEDALI Lo stress di medici e infermieri SONO numerose le persone colpite da burnout. Il termine anglosassone tradotto letteralmente significa bruciato, e indica uno specifico disagio professionale causato dalla continua tensione proveniente dall'ambiente di lavoro. L'operatore colpito presenta uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale e sviluppa atteggiamenti negativi verso la propria attività e le persone che lo circondano. Gli effetti del burnout si ripercuotono oltre che sulla salute psicofisica del soggetto anche sul suo rendimento lavorativo, e poiché il fenomeno sembra interessare particolarmente professionisti che svolgono un'attività sociosanitaria, un deterioramento delle capacità professionali è particolarmente preoccupante. In una ricerca in alcuni ospedali della città di Torino sono stati distribuito questionari rigorosamente anonimi a 500 operatori sanitari (medici ed infermieri), evitando di inserire nel campione il personale dei reparti ritenuti ad alto rischio di burnout (reparti oncologici, psichiatrici...). Sono state riconsegnate solo 280 schede poiché si è spesso incontrata una forte diffidenza da parte dei soggetti interpellati, che non apprezzavano l'intrusione di estranei (anche se colleghi) nel proprio lavoro. Dai risultati ottenuti si e riscontrato però che quasi la metà del gruppo è interessata al fenomeno burnout con una intensità alta o media. Il 50% del campione si giudica esaurito emotivamente dal proprio lavoro, il 46% riferisce sporadiche manifestazioni di distacco o intolleranza verso gli utenti, il 40% talora percepisce un sentimento di inadeguatezza nel rapporto emotivo con il paziente. Al burnout si associano sovente sintomi depressivi e ansiosi, senza giungere a patologie psichiatriche vere e proprie che necessitino di terapia farmacologica. L'età e il sesso non hanno un'influenza particolare sullo sviluppo della sindrome, mentre alcune caratteristiche della persona come il forte desiderio di successo, aggressività, bisogno dell'aiuto degli altri, scarsa capacità di collaborazione con i colleghi e una personalità di tipo ansioso, sono fattori favorenti. L'insoddisfazione per il lavoro deriva soprattutto da mancanza di riconoscimenti che provengono dall'esterno: scarse opportunità di carriera e un trattamento economico inadeguato. Permane invece forte l'autostima e non viene riferita una ridotta capacità di ricavare gratificazione dai propri compiti e di soddisfare le richieste dei pazienti; sembrano anzi maggiormente colpite proprio le persone più appassionate e volitive nell'esercizio della propria professione. Il rilevamento di una massiccia presenza di burnout negli ospedali di Torino ci ha spinto a valutare quali fossero gli interventi per ridurre e prevenire l'estensione del problema. Esistono fattori socio-ambientali, relativi agli aspetti organizzativi del lavoro, e fattori individuali che possono favorire l'insorgenza del burnout. Dove si riscontrino condizioni di lavoro particolarmente stressanti, su queste si dovrà intervenire; qualora la situazione di lavoro non sia invece imputabile del disagio, l'intervento sarà diretto verso il singolo per aumentarne le capacità di adattamento, attraverso corsi di formazione o l'inserimento in gruppi di psicoterapia. Giuseppe Angelini Barbara Caccio Università di Torino

Persone citate: Giuseppe Angelini

Luoghi citati: Torino