CONNELLY: IL POETA ASSASSINO CHE FA SUICIDARE I POLIZIOTTI

CONNELLY: IL POETA ASSASSINO CHE FA SUICIDARE I POLIZIOTTI CONNELLY: IL POETA ASSASSINO CHE FA SUICIDARE I POLIZIOTTI IL POETA Michael Connelly Flemme pp 496 L 33 000 M ICHAEL Connelly è autore di uno dei più bei gialli pubblicati 'anno scorso, Debito di sangue. E, in questo inizio d'estate, conferma la sua bravura con II poeta. Scrittore robusto e versatile (sua la serie che ha come protagonista il detective californiano Hieronymus Bosch, il migliore dei (piali, La memoria del topo, è pubblicato in economica da Hobby f> Work), governa con abilita trame salile, che non si smarriscono mai, anche quando si avvicinano al pericolosissimo traguardo delle cinquecento pagine. E' capace di mantenere grande ritmo ed imprevedibilità, senza mai bisogno di rifiatare, ed i suoi personaggi risultano immancabilmente coinvolgenti ed originali. In Debito di sangue l'inatteso motore della vicenda e il cuore trapiantato nel petto di un anziano uomo del Fbi, Appena l'agente si rimette dall'operazione, rice¬ ve la visita di una dormii che lo lega ad un patto di riconoscenza. In cambio della vita appena ricevuta, il G-Man deve indagare su una tolta: quella della sorella atrocemente assassinati! da un killer sconosciuto che senza volerlo, con il suo delitto, ha finito per salvarlo. I/idea cardine de // poeta è invece il reiterato suicidio di poliziotti che, in vari Stati dell'America, finiscono per «succhiare la canna della loro pistola», affranti e sopraffatti dall'ultima indagine su cui stavano Lavorando al punto di averla trasformata in un incubo interiore e in una sorta di psicotica allucinazione. Perché si uccidono? Perché sullo sfondo della loro morte c'è, ogni volta, il volto innocente di un ragazzino barbaramente seviziato o il cadavere di una donna (contigua per professione al mondo infantile) tagliata a metà? A respingere la tesi del semplice suicidio (a cui la polizia, ansiosa di chiudere casi imbarazzanti, si è subito adattata) e a sospettare l'esistenza di una lunga serie di veri e propri omicidi (attuati per chiudere la bocca a detective sul punto di smascherare una orribile trama) è Jack McEvoy. E ne ha ottimi motivi. Primo: è il fratello gemello di Sean, detective dell'Unità Crimini contro le Persone del Dipartimento di polizia di Denver, Colorado, la cui vita è stata sigillata da un proiettile in gola nell'auto posteggiata davanti al lago nelle cui acque gelide era stata inghiottita, anni prima, la sorella SarahSecondo: è il cinico mastino di «nera» del giornale locale cheavvezzo a scavare le sue storie fino all'estremo, dice di sé: «La morte è il mio mestiere, ci guadagno da vivere, ci costruisco la mia reputazione professionaleIo tratto la morte con la passione e la precisione di un becchinoserio e comprensivo quando sono in compagnia dei familiari in ansiosa di chiudere casi imbarazzanti, si è subito adattata) e a sospettare l'esistenza di una lunga serie di veri e propri omicidi (attuati per chiudere la bocca a detective sul punto di smascherare una orribile trama) è Jack McEvoy. E ne ha ottimi motivi. Primo: è il fratello gemello di Sean, detective dell'Unità Crimini contro le Persone del Dipartimento di polizia di Denver, Colorado, la cui vita è stata sigillata da un proiettile in gola nell'auto posteggiata davanti al lago nelle cui acque gelide era stata inghiottita, anni prima, la sorella Sarah. Secondo: è il cinico mastino di «nera» del giornale locale che, avvezzo a scavare le sue storie fino all'estremo, dice di sé: «La morte è il mio mestiere, ci guadagno da vivere, ci costruisco la mia reputazione professionale. Io tratto la morte con la passione e la precisione di un becchino: serio e comprensivo quando sono in compagnia dei familiari in lacrime, ma freddo osservatore quando sono solo. Ho sempre pensato che il segreto nel trattare con la morte consistesse nel tenerla a debita distanza. Questa era la regola: mai permetterle di avvicinarsi sino a sentire il suo fiato sul collo. Ma la mia regola non servì a proteggermi quando vennero a dirmi di Sean». Una volta percepito il sottile filo che unisce indissolubilmente i «suicidi» con i delitti, gli investigatori con le vittime, Jack McEvoy parte per la sua crociata personale (tra doveri di famiglia e carriera), ma viene improvvisamente risucchiato nel vortice di una squadra speciale del Fbi gestita dal figlio di un uomo che na legato il nome all'Agenzia e, per questo, chiacchierato. Riuscirà tuttavia, con grande astuzia e qualche indebita pressione, a rimanere dentro la partita che, naturalmente, lo vedrà protagonista in prima persona e solutore del caso. Tra stupratori e stuprati, assassini ed assassinati, agghiaccianti caselle di posta elettronica dov'è in vendita ogni devianza sessuale, serial killer ipnotisti rinchiusi in galera ma ancora distributori di carte, agenti fem mine in lotta con agenti maschi (nel caso specifico un ex marito violento e carrierista), innamoramenti improvvisi pagati a caro prezzo e rocamboleschi ribalta menti di visuale, funerei versi di Poe come oscuro leit-motive, la storia procede a sussulti conti nui, intensa, credibile, affasci nante e senza cedimenti. Ora aspettiamo il prossimo. Piero Sorta

Persone citate: Connelly, Hieronymus Bosch, Jack Mcevoy, Michael Connelly

Luoghi citati: America, Colorado, Denver