«Markevitch Grande vecchio Br? Prudenza» di Paolo Colonnello

«Markevitch Grande vecchio Br? Prudenza» Scetticismo sulla «rivelazione»: anche gli investigatori avvertono che per ora è solo un'ipotesi «Markevitch Grande vecchio Br? Prudenza» L'esperto: non vorrei chefosse una «grande montatura» Paolo Colonnello MILANO «Markevitch il Grande Vecchio? Io ci andrei cauto, non vorrei che fosse piuttosto una grande bufala. La più grande che abbia mai sentito da qualche anno a questa parte». li suo nome non è molto noto al pubblico anche se è legato a tutte le più grandi inchieste sul terrorismo degli ultimi anni e alla scoperta, due anni fa, degli archivi segreti del Viminale: Aldo Gianuli, ricercatore di storia americana a Bari, è infatti, insieme al professor Giuseppe De Lutis uno dei consulenti più ascoltati delle procure che si occupano di misteri irrisolti legati a stragi e terrorismo, come quella di Brescia, nonché consulente della Commissione parlamentare stragi. La stessa che l'altro ieri, per bocca del suo presidente Giovanni Pellegrino, ha rilanciato l'inquietante ipotesi che dietro le Br, durante i 55 giorni del sequestro di Moro, si celasse un "Grande Vecchio", la cui fisionomia corrisponderebbe a quella dello scomparso musicista Igor Markevitch. Affermazione basata su mi verbale redatto dalla Procura di Brescia competente per l'inchiesta sulla strage di Piazza Della Loggia (1974, pista neofascista), grazie alle dichiarazioni rese da un eccellente investigatore, il capitano dei Ros Massimo Giraudo, l'uomo che con le sue indagini collaborò con il giudice Guido Salvini per l'individuazione dei veri responsabili della strage di Piazza Fontana. Sarebbe stato dunque proprio Giraudo, imbattendosi in vecchi documenti, e interrogando un testimone dell'epoca, a raccontare ai magistrati bresciani che la vecchia ipotesi già abbandonata nel 1980 dal Sismi sulla presenza tra i terroristi «di un certo Igor della famiglia Caetani», forse meritava di essere nuovamente approfondata. «Ma niente di più», dice adesso da Bari il professor Gianuli che^con Giraudo e De Lutis sta collaborando alla soluzione dei misteri della strage di Brescia. Insomma l'ipotesi di Markevitch «Grande Vecchio» non sarebbe altro che una montatura, una «bufala», tanto che alla procura di Roma, da quando il rapporto è arrivato, da Brescia, non c'è stato grande fermento investigativo sulla vicenda. «Proprio così. Del resto conferma il professore smorzando l'entusiasmo dei dietrologi - lo stesso presidente della Commissione stragi. Pellegrino, ha avvertito che per ora è solo di un'ipotesi». All'equazione «Grande Vecchio uguale Markevitch» si sarebbe arrivati da un accertamento su un aspetto secondario della vicenda di piazza della Loggia. Con una successiva conferma dall'ex br Alberto Franceschini, il quale però riferì a sua volta fatti (come quelli sulT«anfitrione delle Br») per sentito dire, visto che all'epoca del sequestro Moro si trovava già in carcere. Altri piccoli riscontri hanno infine convinto il capitano Giraudo a stendere una relazione depositata ai pm di Brescia che tre mesi fa l'hanno trasmessa a Roma per competenza. Ma come si arriva a parlare di Brigate rosse in un'inchiesta che dovrebbe scandagliare il terrorismo nero? «A volte capita perché si lavora su tantissimo materiale», si limita a dire Gianuli. In realtà tutto nasce dalla storia un po' strana di un brigatista milanese di secondo pia- no, già interrogato all'epoca dal giudice Arcai, che sosteneva di frequentare ambienti neofascisti bresciani, Buzzi in particolare, per svolgere un'opera di controinformazione per conto delle Br. E' questo il debole anello di congiunzione con un'inchiesta, quella sulla strage bresciana, che attualmente occupa quasi un centinaio di fai doni. Ed è partendo da qua che il capitano Giraudo ha seguito un sentiero che lo ha portato al cospetto della diafana immagine del compositore Igor Markevitch, morto peraltro nel 1983. «Sì, ma non mi risulta che il capitano Giarudo abbia mai detto di aver trovato il grande vec¬ chio e tantomeno che questi fosse il compositore scomparso», insiste Gianuli: «Saremmo nel campo della fantascienza, mentre Giraudo è un investigatore serio e si è limitato a segnalare soltanto la vicenda. Ma avete idea di quante piste sbagliate cavalchiamo e poi ci accorgiamo che sono sbagliate quando lavoriamo su queste storie?». No, lo dica lei. «Tantissime e per il semplice fatto che purtroppo lavoriamo su vicende vecchie di almeno 25 anni, dove molti dei protagonisti sono scomparsi. Se ci si imbatte in qualche strano documento bisogna verificarlo ma poi avere anche il coraggio di abbandonarlo». Ma forse esiste un retroscena: in alcuni ambienti politici da tempo si paventa che dietro l'omicidio di Moro ci sia di mezzo il Mossad e prende spunto dal fatto che Markevitch aveva lontane origini ebraiche per avvalorare questo fatto. «Bene - dice Gianuli -: vorrei invitare a riflettere sulla circostanza che le Br avevano in realtà rapporti con i Palestinesi e che gli israeliani, che rispondono alle logiche Usa, mai e poi mai si sarebbero permessi di uccidere uno dei leader di imo Stato dell'Occidente per destabilizzare un Paese in quegli anni strategicamente fondamentale per lo scacchiere intemazionale». Aldo Moro prigioniero delle Br

Luoghi citati: Bari, Brescia, Milano, Roma