Governo Ue, Prodi stringe i tempi di Francesco Manacorda

Governo Ue, Prodi stringe i tempi Giovedì a Colonia sarà sancito il passaggio dell'attuale segretario Nato? Governo Ue, Prodi stringe i tempi Solatia in pole position come superministro degli Esteri Francesco Manacorda corrispondente da BRUXELLES Dalla Nato all'Unione europea, un trasloco intercontinentale senza cambiare città. E' il segretario generale dell'Alleanza, lo spagnolo Javier Solami, il candidato dato ormai vincente per la carica di «Mr. Pese», cioè l'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell' Ue. Giovedì e venerdì, al vertice dei capi di Stato e di governo a Colonia, Solatia dovrebbe ricevere l'investitura, a meno che i Quindici non decidano di far slittare la designazione a dopo le elezioni europee, affiancandola a quella dei Commissari. Il passaggio diretto di Solami dalla Nato, dove ha sempre avuto un filo diretto con gli Usa, all'embrione della difesa europea, ha creato più di un malumore tra i Quindici e non entusiasma certo il nostro governo. Ma la sua nomina rientra in un patto ispanico-tedesco che ormai i Quindici sembrano aver accettato: quando Solami passerà all'Ue, all'inizio del 2000, il suo posto alla Nato dovrebbe essere preso dal ministro della Difesa di Bonn, il socialdemocratico Rudolph Sharping. Quella di «Mr. Pese» sarà la prima casella a riempirsi nel nuovo assetto del potere europeo, ma anche della Commissione guidata da Prodi - di cui ufficialmente si avrà l'organigramma dopo le elezioni europee - si può già disegnare l'identikit. Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Spagna, a cui spettano due Commissari ciascuno, hanno fatto le loro scelte, e Prodi è pronto a dare il suo assenso sui nomi proposti. Parigi manderà a Bruxelles l'ex capo di gabinetto di Jacques Dolore, Pascal Lainy, e il gollista Michel Barnier. Londra conferma il laburista Neil Kinnock e sceglie il conservatore Chris Patten, già governatore di Hong Kong. L'Italia, oltre a Prodi, confermerà Mario Monti a patto che gli sia dato il portafoglio della fiscalità e se D'Alema supererà qualche residuo malumore nei Ds che si ritrovano senza un Commissario. La Spagna porterà la signora Loyola de Palacio, attuale ministro dell'Agricoltura, e molto probabilmente Carlos Westendorp, oggi rappresentante Ue per la Bosnia. L'altro candidato socialista, l'ex ministro delle Finanze Pedro Solbes, è destinato alla presidenza della Bei. Bonn, se riuscirà a sistemare Sharping alla Nato, potrà accontentare Cdu e Verdi con due posti a Bruxelles, di cui uno per la «grunen» Michaeie Shreyer. In caso contrario anche l'Spd chiederà la sua parte e Commissario potrebbe diventare il segretario di Stato agli Affari europei Guenter Verheugen. Altri dieci Paesi scelgono mi Commissario ciascuno. L'Austria vuole riconfermare Franz Fishler, così come la Danimarca Ritt Bjerregard e la Finlandia Erkki Liikanen, Ma per questi ultimi due potrebbe sorgere qualche problema, sia con Prodi, sia con il Parlamento europeo che per la prima volta può «bocciare» con il suo voto la nomina di un Commissario. E qualche rischio in sede parlamentare lo corre anche Frits Bolkestein, segretario dei liberali di destra olandesi e candidato dell'Aia, ma fino all'altroieri assai tiepido sull'Europa. La Svezia punta sull'ex premier conservatore Cari Bildt, ma dovrà cambiare candidato se Bil diventerà Rappresentante dell'Ue per i Balcani. Il Portogallo avrà il socialista Augusto Vitorino, mentre in Irlanda non c'è ancoro un candidato sicuro. La Grecia punta sul ministro degli Interni Vassos Papandreu. Belgio e Lussemburgo aspettano il risultato delle elezioni, ma per la regola dell'alternanza i nomi più probabili sono quelli dell'ex ministro delle Finanze belga, il socialista Philippe Maystadt o del presidente del Ps Philippe Bosquin, e quello dell'eurodeputato socialista del Granducato Ben Fayol. Si delinea l'identikit della Commissione Per l'Italia sarà riconfermato Monti L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi presidente designato della Commissione europea