Via libera al «giudice unico»

Via libera al «giudice unico» Dal 2 giugno la riforma della giustizia civile, nel 2000 quella penale Via libera al «giudice unico» Uffici di primo grado unificati, soppresse le preture ROMA. Parte la riforma del giudice unico. Venerdì scorso, il Consiglio dei ministri ha emanato, su proposta del Guardasigilli, il decreto legge attuativo. Dal 2 giugno entrerà in vigore la parte ordinamentale della riforma e quella che riguarda la parte civile, mentre la parte penale, insieme a quella delle impugnazioni nel processo del lavoro, sarà introdotta il 2 gennaio 2000. Saranno concentrate in un unico ufficio di primo grado le competenze giudiziarie attualmente divise tra tribunale e pretura, al fine di superare la eccessiva polverizzazione della rete giudiziaria. I principali obiettivi saranno: attraverso l'unificazione degli uffici di primo grado, la razionalizzazione organizzativa, economica, processuale; il dimensionamento degli uffici: il loro numero elevato fa sì che molti abbiano un bacino di utenza contenuti; la ricollocazione dei tribunali e delle preture: in alcune zone esistono tribunali con un bacino di utenza inferiore a quello di sezioni distaccate di pretura. Ne consegue che i tribunali minori hanno carichi di lavoro molto bassi e un organico di giudici ridotto (dei 164 tribunali, 29 hanno cinque giudici in organico o anche meno). In base a uno studio condotto dal Csm e dal Ministero di Grazia e Giustizia, risulta che tali dimensioni, come anche dimensioni troppo elevate (oltre 200 giudici, nel caso di Roma), sono incompatibili con la complessità del lavoro giudiziario. U passaggio al sistema del giudice unico, che sopprime le preture e riduce il numero degli uffici di piccole dimensioni, rappresenta un primo passo verso la revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Un altro problema eliminato è quello dalla competenza fra pretura e tribunale. Con la legge n. 254 del 16 luglio 1997 il Parlamento ha delegato il governo a procedere: a) alla unificazione degli uffici di pretura e di tribunale, trasferendo alle corti di appello la competenza sulle impugnazioni in materia di lavoro e previdenza; b) alla soppressione delle sezioni distaccate di pretura; c) all'aumento dei casi in cui il tribunale giudica in forma monocratica; d) al trasferimento agli organi della pubblica amministrazione di funzioni amministrative di competenza del pretore. Dunque, gli uffici giudiziari passeranno da 2.038 (di cui 585 preture) a 1.571. Il tribunale, che assommerà le competenze del pretore, opererà in composizione prevalentemente monocratica, con alcune tassative ipotesi di composizione collegiale (tre giudici). Sotto il profilo operativo, il trasferimento agli organi della pubblica amministrazione di funzioni amministrative finora attribuite al pretore agevolerà il magistrato professionale nell'esercizio dell'attività giurisdizionale e consentirà di utilizzare al meglio il personale amministrativo, (r. L]

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