«Aiutatemi, sto bruciando» di F. Poi.
«Aiutatemi, sto bruciando» «Aiutatemi, sto bruciando» L'incubo nei racconti degli scampati iR3 Bsrra? ,fsaoIr b. ST. MICHAEL IN LUNGAU «Quando abbiamo sentito, le esplosioni «visto le riamine, siamo saltati giù dal camion. Ci siamo messi a correre, poi ho visto Thomas tornare indietro, verso un telefono in galleria. Non so più niente di lui...», racconta ancora sotto shock dall'ospedale di Schwarzack l'autista di uno dei camion rimasti intrappolati nel Tauerntunnell. Con le mani, tormenta i lacci del camice bianco che gli hanno messo al posto dei suoi vestiti anneriti dal fumo denso, dalle fiamme, da queir inferno lungo sei chilometri e quattrocento metri. Thomas era il suo compagno di viaggio, andavano verso Salisburgo. I soccorritori l'hanno trovato ai piedi di quel telefono annerito dal fumo, ucciso dalle esalazioni dei gas dei serbatoi esplosi, delle lamiere divelte da quei mille gradi che tengono ancora lontane le squadre spe ciali dei vigili del fuoco, arrivate anche da Vienna, con tre elicotteri e quasi 400 uomini alle due imboccature della galleria. «Mentre scappavo, sentivo delle persone urlare che stavano bruciando, chiedevano aiti- to, ma era impossibile fermarsi... Pensavamo tutti a scappare», racconta ancora sotto shock Frantz Fritl. E nelle sue parole c'è la stessa tragedia di due mesi fa al traforo del Monte Bianco, con la gente che scappa, cade, si calpesta in quella nuvola di fumo denso che in un attimo ha invaso la galleria. Dicono che un tedesco abbia scattato anche delle foto, mentre scappava. Ma forse è solo una voce, una delle tante che si sono inseguite in questa gior¬ nata, con l'Austria spezzata a metà da questo tunnel vitale per chi doveva andare in Italia, arrivare a Salisburgo o ancora più su, verso Monaco. Una strada lunga novanta chilometri, bloccata per metà da code lunghissime, dai mezzi dei pompieri, dalle ambulanze in arrivo dalla Carinzia e dalla regione di Salisburgo a soccorrere i 47 feriti, tra i quali pare non ci sia nessun italiano. «Non ci siamo nemmeno resi conto di che cosa sia successo. Ai ragazzi ho urlato solo: "Cor- rete, correte...". Ci siamo salvati per miracolo», racconta una donna arrivata con tutta la famiglia fino all'uscita Sud, dopo quattro chilometri in galleria con il cuore in gola e le esplosioni dappertutto. «Mi sono lanciato con tutta forza verso l'uscita, non prenderò più un tunnel in vita mia», giura un camionista anziano, uno dei tanti che attraversano l'Austria ogni giorno, uno di quelli rimasti con il loro Tir in fondo alla fila. E forse deve proprio a questo, al caso e al traffico, se è ancora vivo. «Non riusciamo a entrare nel tunnel, non sappiamo ancora quanta gente ci sia intrappolata», spiega Joseph Lankmayer, il comandante dei Feuerwehr, dei vigili del fuoco al presidio Sud. «Non riusciamo a entrare, troppe fiamme, troppo fumo. Nemmeno coi respiratori...», aggiunge Oskar Purkrabek della Croce Rossa austriaca, a un passo da padre Rudolph Bushmann, il parroco di Zederhamni che per adesso può soltanto pregare. [f. poi.]
Persone citate: Frantz Fritl, Joseph Lankmayer, Oskar Purkrabek
Luoghi citati: Austria, Italia, Salisburgo, Vienna
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