Sbarcati in Puglia 1150 profughi

Sbarcati in Puglia 1150 profughi Sbarcati in Puglia 1150 profughi Accusa di omicidio colposo per gli scafisti del naufragio BARI. Ieri sono arrivati in Puglia altri 1.150 profughi. L'ultimo gruppo - 240 kosovari - è sbarcato nel pomeriggio nel porto di Brindisi dal traghetto «Tirana», salpato da Valona. Anche in questo caso la maggioranza è costituita da bambini (103) di età compresa fra pochi mesi e i cinque-sei anni. I profughi, che da qualche giorno hanno adottato il sistema di giungere in Italia a bordo di traghetti di linea, comprano dai malavitosi albanesi documenti falsi per poter acquistare il biglietto per la traversata. Negli ultimi cinque giorni sono circa 1.800 i kosovari giunti a Brindisi in questo modo; la maggior parte di loro ha chiesto asilo politico. La notte scorsa erano sbarcati lungo le coste salentine, fra Brindisi e Lecce, 270 clandestini, mentre altri 300 hanno fatto la traversata del Canale d'Otranto a bordo del peschereccio «Inos», rimorchiato dalla Polizia sino al porto di Bari. Gli sca¬ fisti, che avevano ammassato nella stiva dell'imbarcazione i profughi dai quali si erano fatti pagare oltre un milione di lire ciascuno per la traversata, sono stati arrestati. Al centro di accoglienza di Borgo Mezzanone, una base dell'Aeronautica a una quindicina di chilometri da Bari, adibita da tempo a ricovero dei profughi, ce ne sono attualmente 1.270. Fin da marzo sulla pista dell'ex aeroporto sono state sistemate cinquecento roulottes in grado di accogliere complessivamente oltre 2000 persone. Per oggi è prevista l'autopsia sui corpi delle cinque vittime del naufragio di giovedì mattina nel canale d'Otranto. Il sostituto procuratore Imerio Tramis ha disposto una perizia tecnica sulla motovedetta della Guardia di Finanza e sul gommone degli scafisti albanesi coinvolti nella collisione che, a una trentina di miglia dalla costa salentina, ha provocato il naufragio con la morte di cinque profughi koso¬ vari. Per i tre scafisti albanesi subito arrestati l'accusa è di omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina a scopo di lucro. I militari della Guardia di Finanza, accusati da alcuni superstiti del naufragio, negano ogni responsabilità sull'accaduto, attribuendo ogni colpa a una brusca virata di prua da parte di uno degli scafisti. Una manovra azzardata, che avrebbe provocato la coUisione tra il vascone destro di prua della motovedetta e il tubolare sinistro del gommone, probabilmente nella parte posteriore, dove erano sistemate le cinque vittime. Il gommone presenta il motore destro danneggiato così come il supporto posteriore in legno; l'impatto è stato particolarmente violento. Secondo gli esperti, è da escludere l'ipotesi di speronamento durante l'inseguimento, visto che anche a pieno carico il gommone è in grado di raggiungere i 50 nodi mentre la motovedetta della Finanza, che ha una stazza di circa 48 tonnellate, non supera i 38 nodi. Rispondendo alle interpellanze e alle interrogazioni nell'Aula di Palazzo Madama sulle cause dell'incidente, il sottosegretario alla Difesa Massimo Brutti ha dichiarato: «Non c'è stata un'azione della Guardia di Finanza volta a respingere il gommone con i profughi kosovari a bordo. E' doveroso comunque attendere l'esito della indagine della Procura di Lecce che sta lavorando soprattutto sulla base delle testimonianze dei superstiti e di chi ha assistito all'episodio». Ma, ha aggiunto, non bisogna dimenticare «il comportamento senza scrupoli degli scafisti. Sono dei criminali che speculano sulla disperazione e contro i quali va intensificata l'azione di contrasto». Da gennaio ad oggi, ha detto ancora Brutti, sono stati sequestrati 68 natanti e arrestati 100 scafisti. Durante l'intero 1998 erano stati sequestrati 60 natanti ed arrestati 51 scafisti. le. st.]

Persone citate: Imerio Tramis, Massimo Brutti