Un blitz sulle pensioni? Il sindacato: ci provino di Gian Carlo Fossi

Un blitz sulle pensioni? Il sindacato: ci provino Un blitz sulle pensioni? Il sindacato: ci provino Gian Carlo Fossi ROMA I sindacati bocciano la relazione del presidente della Confindustria Giorgio Fossa sopratutto nel passaggio sulle pensioni, dove si auspicano cambiamenti strutturali da attuare senza il consenso generalizzato. Ma, simultaneamente, è lo stesso segretario dei Democratici di sinistra Walter Veltroni a porre il problema in un'intervista a Panorama, sia pure con cautela, collegandolo al progetto del governo di ridurre l'aliquota media Irpef dal 27% al 26%: «Vediamo i conti. Se risulterà uno squilibrio, allora dovremo mettere le mani sulla riforma delle pensioni. Senza, però, fare campagne terroristiche che rischiano di avere effetti opposti, nel senso che spingono al pensionamento di massa e aggravano maggiormente i conti pubblici. Dobbiamo agire con razionalità e in un clima di concertazione». E, sull'onda di questi interventi, si intensificano le pressioni da parte dellTopposizione e di vari settori economici: Giulio Tremonti, ministro delle Finanze nel governo Berlusconi, insiste perché il governo faccia al più presto delle proposte e Carlo De Benedetti sottolinea che difficilmente il nodo delle pensioni possa essere sciolto in un clima di totale concertazione e spiega: «Alcune discontinuità richiedono che in quel momento non si possa avere un consenso generale su fatti intrinsecamente conflittuali». Quindi, andrebbe bene anche un colpo di mano. Però, i leader di Cgil-Cisl-Uil non ci stanno e sparano a zero contro questa nuova offensiva, allargando il raggio dello critiche a molli altre questioni toccate da Fossa nella sua relazione. «Per le pensioni la verifica si farà nel 2001», replica secco Sergio Cofferati. E Sergio D'Antoni: «Fossa chiede un coraggio a senso unico, solo per le questioni che riguardano gli altri, come le pensioni. Il mio voto sulla relazione è cinque». Anche Pietro Larizza giura: «Non ci sarà una quarta riforma delle pensioni, come molti vorrebbero. In ogni caso non ci sarà la firma della Uil». Cofferati intravede nelle parole del presidente di Confindustria «anche considerazioni interessanti sul sistema delle regole istituzionali, in particolare sulla concertazione». Perii resto, il quadro non offre squarci di luce. «E' sorprendente - rileva il segretario generale di Cgil - che nella relazione di Fossa permanga una reticenza incomprensibile sullo stato dell'arte del sistema produttivo italiano. Le nostre imprese hanno una perdita di competitività visibile che purtroppo contribuisce al rallentamento della crescita. Che Confindustria non si interroghi sulle ragioni della ca¬ duta di tale capacità competitiva mi sorpren de negativamente». Dunque, è la Confindustria - secondo i sindacati - che deve avere più coraggio. «Io vorrei più coraggio su tutto - afferma D'Antoni ■ a partire dal modello di democrazia economica che è assolutamente assente dalla relazione di Fossa ed è, invece, il punto nodale, cruciale, per lo sviluppo futuro. Su questo noto un vuoto assoluto, una lacuna impressionante». Più preoccupato il giudizio di Larizza, che ha fatto inviare la relazione di Fossa tutte le strutture della Uil perché potessero verificare direttamente il rischio latente di una pericolosa involuzione: «Dalla relazione - osserva, in palese dissenso con Cofferati - emerge uno schema di nuova lettura della concertazione basata sul principio "Ognuno per sé, Dio per tutti", una concertazione all'italiana che non esiste in nessun'altra parte d'Europa».

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