Schroeder di E. St.
Schroeder Schroeder «Bisogna ancora trattare con lui» BÒNNF L'incriimnazione del presidente jugoslavo Slobodan Milosevic decisa dal Tribunale dell'Aia divide i governi occidentali. Per il cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder, si deve continuare comunque a trattare con lui la pace nei Balcani: «Voglio dire con chiarezza che il partner per i colloqui è il governo di Belgrado. Alcune volte ci sono obiettivi - come la pace in Europa - che hanno la precedenza su altre considerazioni». E il suo ministro degli Esteri, Joschka Fischer, ha aggiunto: «Io sarei disposto a stringere la mano anche al diavolo se ciò significasse ottenere la pace» L'incriminazione è un atto «che parla al mondo intero e dice che la causa per cui stiamo combattendo nel Kosovo è giusta», ha affermato il presidente americano Bill Clinton parlando a Yulee, in Florida, dove è in vacanza. Il provvedimento costituisce anche un deterrente contro futuri crimini di guerra e «rivela al popolo serbo chi è responsabile del conflitto e chi lo sta prolungando», ha continuato. Quindi Clinton ha rivolto un appello a tutti i Paesi perchè sostengano il Tribunale dell'Aia e ha ribadito che la cessazione dei bombardamenti resta subordinata all'accettazione delle cinque condizioni poste dalla Na to a Milosevic. Per il segretario di Stato Usa Madeleine Albright «è difficile vedere una Serbia che nel futuro vada avanti con il suo leader incriminato» dal tribunale intemazionale dell'Onu. «Gli Usa - ha continuato - vogliono vedere Milosevic all'Aja e la sua incriminazione mostra che quello che stiamo facendo è giustificato, per i crimini che vengono commessi» in Kosovo. Il Segretario ha anche detto che l'incriminazione del presidente serbo potrebbe «accelerare il processo diplomatico». Il governo britannico appoggia l'incriminazione, anche se è necessario «mantenere un canale di comunicazione con Belgrado». «La decisione odierna - ha detto il ministro degli Esteri Robin Cook è una ragione in più perché il popolo jugoslavo rinunci una volta per tutte a Milosevic e alla sua truce politica». Più che soddisfatto il leader moderato kosovaro Ibrahim Rugova. «Quella della Corte dell'Aia è stata una buona decisione, che aiuterà il processo di pace nella regione - ha detto -. Il Kosovo vive in una situazione di repressione da 10 anni. Chi ha fatto questo deve essere giudicato». Rugova si è poi detto «ottimista» sulla possibilità di un rientro di tutti i rifugiati «con l'aiuto dei nostri alleati e amici». [e. st.]
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