Martini: violenza figlia di una società di lupi di Susanna Marzolla

Martini: violenza figlia di una società di lupi Il cardinale: viviamo un tempo d'angoscia, solo con la solidarietà si delegittima il crimine Martini: violenza figlia di una società di lupi Dura omelia ai funerali dell'agente Susanna Marzolla MILANO «La morte di Vincenzo è il frutto di una violenza che ci lascia sconfortati e sdegnati. Colpisce l'efferatezza di un gesto compiuto per procurarsi del denaro. Nessun bene materiale di nessun genere vale la vita di una persona umana. Una società che non interiorizza questo messaggio diviene una società di lupi». Scandisce le parole, il cardinale Carlo Maria Martini. E si odono bene perchè la basilica di Sant'Ambrogio, ancorché gremita di gente, è di un silenzio assoluto. L'arcivescovo di Milano ha deciso di celebrare in prima persona i funerali di Vincenzo Raiola, l'agente ferito a morte il 14 maggio scorso, durante un tentativo di rapina eseguito con un tecnica da guerra criminale: duecento colpi di mitra e fucile, nove feriti; il più grave Vincenzo, 27 anni, che morirà dopo dieci giorni di agonia. Il cardinale parla di un «tempo d'angoscia», dice che «questa parola interpreta lo stato d'animo del nostro popolo in questo momento difficile». «Angoscia e sofferenza» per i familiari dell'agente ucciso, per gli altri feriti, per i suoi colleglli della polizia «a cui va tutta la nostra solidarietà». Ma Martini non si ferma al caso singolo; va al di là in un discorso forte sulla violenza che permea il nostro inondo dall'alto al basso, dagli stati in guerra ai teppisti da stadio. «La nostra angoscia e sgomento - prosegue la sua omelia - in queste ore è accresciuta dalle notizie di violenze che ci raggiungono senza lasciarci tregua. Guerra e violenza contro le popolazioni inermi del Kossovo, nuovi atti di terrorismo, atti di vandalismo che uccidono». Ed evoca la pagina del Vangelo sulla morte di Gesù: «Verso mezzogiorno il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra. E' veramente il buio sulla terra che viene evocato da gesti come questi». Se alla fine della sua omelia il cardinale si rifarà agli «orizzonti di speranza» ricordando anche la scelta della famiglia Raiola di donare gli organi del suo ragazzo, nella parte centrale il tono resta fermo: «Noi sentiamo anzitutto il bisogno di un'azione forte di difesa della vita umana. Questa difesa e salvaguardia non sarà possibile se non cresce la solidarietà tra gli uomini e le donne a cominciare dal livello del quartiere e della città. Ognuno è chiamato a fare la sua parte: le istituzioni ma anche ogni singolo cittadino. Prima ancora che con mezzi coercitivi è doveroso ed è possibile contrastare la violenza con una rin¬ novata e convinta educazione dei cuori e delle menti. Non bisogna detestare solo le grandi violenza. Bisogna avere il coraggio di delegittimare ogni gesto di violenza, anche il più piccolo». Martini chiama ancora una volta alla solidarietà: «E' necessario che le forze dell'ordine e tutte le forze militari che lavorano per servire e custodire la pace nel mondo si sentano sostenute da una coscienza ci- vica che collabora per evitare ogni sorta di sopruso». Sono parole queste ultime che toccano i presenti, in massima parte colleghi dell'agente ucciso: in borghese, in divisa; immobili per rendere omaggio alla salma, sciolti tra loro in abbracci con gli occhi lustri di pianto. Un dolore composto, silenzioso, che si scioglie solo in qualche singhiozzo quando la cerimonia finisce con la tromba che suona il saluto militare. Composto il dolore pubblico, compostissimo quello privato della famiglia Raiola: il padre, il fratello, la fidanzata. E la madre, che solo un momento cede accarezzando tra le lacrime la bara del figlio avvolta nellla bandiera tricolore. Tanta dignità e compostezza spingono le autorità e i politici presenti a risparmiarsi inutili dichiarazioni. Non dice niente il capo della polizia, Fernando Masone, che per tutto il tempo resta accanto alla famiglia; tacciono il sindaco di Milano Albertini e il presidente della provincia Tamberi. Solo il presidente della Regione, Formigoni, non si risparmia una critica al governo: «Credo che la presenza di un ministro oggi sarebbe stata molto significativa». Di ministri, infatti, neppure l'ombra. Il governo ha pensato bene di farsi rappresentare solo da uno dei sottosegretari all'Interno, Giulio La Volpe. Il quale spiega che il ministro, Rosa Russo Jervolino «aveva un altro impegno, ma credo che la sua presenza sia attestata dal suo impegno costante per contrastare questo periodo così difficile». In quanto alle parole con cui descriverlo, questo periodo, il rappresentante del governo non può far altro che associarsi alla «grande saggezza di Martini». A sinistra il cardinale Martini. Nella foto grande un'immagine dei funerali dell'agente ucciso dai banditi che avevano assaltato un furgone portavalori a Milano

Persone citate: Carlo Maria Martini, Fernando Masone, Formigoni, Giulio La Volpe, Raiola, Rosa Russo Jervolino, Tamberi, Vincenzo Raiola

Luoghi citati: Milano