La doppia vita di Derrick

La doppia vita di Derrick La doppia vita di Derrick Alessandra Comazzi H ORST Tappert in aite Derrick. Dell'attore tedesco, 76 anni appena compiuti, le cronache sono toniate ad occuparsi in questi giorni: non per un nuovo impegno di lavoro, ma per una malattia 11 riserbo lo circonda, ma Tappert avrebbe un'infezione al sangue, sarebbe dimagrito di quindici chili. Aveva già disdetto tutti gli ultimi impegni, compresa la presentazione del film per la tv // canhnulc Era però andato dal Papa, le teleca mere dei notiziari avevano inquadrato con insistenza la mano di Giovanni Paolo li che stringeva la sua. E proprio in questi giorni è uscita l'autobiografia che si intitola TP e Derrick, le mie due vite Due vite, ceno: quando un personaggio segna con tanta prepotenza un attore, e. comi- se gli regalasse un'altra esistenza. Qualcuno dal personaggio non esce più, e con esso si identifica per sempre. Tappert, invece, tiene molto a sottolineare rome lui sia prima di tutto un attore, un vero attore, completo, con nobili origini tea trali; ma certamente non rinnega il suo alter ego, il roccioso, e corpulento, e grigio poliziotto della sezione omicidi di Monaco di Baviera che ha interpretato con affetto per 23 anni e die gli ha rega lato la popolarità internazionale. Nell'autobiografia, piacevoli; e ricca di aneddoti, Tappert raccon ta gli esordi, la maturità, il successo al Piccolo Teatro di Monaco, la pienezza del suo rapporto con il detective. Debutto curioso: era l'anno 1945, la guerra appena terminata, la Germania distrutta, lui poverissimo. 11 ventiduenne Horst Tappert, qualificato commerciante, specializzato in import-export, va al teatro di Stenda!, una cittadina vicino a Berlino, e si offre come contabile. E' alto, magro, allampanato, gli propongono di tare l'attore, l'orche no, si chiede lui, la paga e abbastanza buona, tanto vale provare. Fin dal giorno del debutto, capisce immediatamente l'importanza dei rapporto con il pubblico, la carica che dà il palcoscenico E trasforma quell'episodio casuale nel mestiere di una vita. Tanto piti una autobiografia è interessante, quanto più riesce non soltanto a raccontare le vicende personali, ma anche ad inquadrarle nella società che cani bia. Questo Tappert lo sa, e dunque racconta prima di tutto ì propri, di cambiamenti. Quando legge il primo copione su Derrick, a esempio, non si entusiasma all'atto. «Avevo (lucila sensazione spiacevole, quel mio istinto provato e sperimentato per anni, che qualcosa non andasse». Non vurtieava niente, intorno al poliziotto, regnava la calma piatta. Qualcosa bisognava escogitare. E allora lui pensò che doveva ispirarsi agli inglesi («in parti inglesi mi sono sempre sentito a casa mia»), e si sforzò eh attribuire qualcosa di inglese ul tedeschissimo personaggio, figura senza storia e senza passato. Secondo l'attore, quello è stato il primo segreto del successo. L'autobiografia di Horst Tappert in arte Dennck e il percorso attraverso la vita di un uomo, di un Paese e della sua televisione. Con una raccomandazione finale ai giovani che vogliono recitare: «Andate verso il teatro, imparatelo dalla testa». Horst Tappert lo c Derrick le mie due vite Lindau 2-fé pagine. 29 mila lue

Persone citate: Derrick Alessandra Comazzi, Giovanni Paolo, Horst Tappert, Tappert

Luoghi citati: Berlino, Germania, Monaco Di Baviera