Lo sconto sui deficit abbatte l'euro

Lo sconto sui deficit abbatte l'euro Noyer: «E' una cosa che non ci piace». Il dollaro ai massimi dal lancio della moneta unica (1,05) Lo sconto sui deficit abbatte l'euro Amato: nessuna preoccupazione, l'Italia non c'entra Strauss-Kahn e De Silguy sulla difensiva «Roma non è un problema. Bisogna proseguire nel risanamento, ma c'è la volontà di farlo» Ugo Bertone MILANO «L'andamento dell'euro non mi ha impedito linoni di dormire bene la notte» dichiarava iori mattina Wim Duiscnbcrg, presidente della Banca Centrale Europea, dalle colonne del settimanale todesco WirtschaftWoche. Chissà se la giornata di ieri, durissima per la moneta europea, avrà incrinato la serenità del banchiere centrale. Ieri, infatti, l'euro è scivolato a minimi di sempre, sfondando addirittura quota 1,05 nei confronti del dollaro e toccando a metà pomeriggio, un livello vicino a 1,047. Nel giro di poche ore la moneta degli Undici ha perso così 1' 1,5%, una frana record per i mercati valutari. Ma non è un episodio isolato: negli ultimi cinque mesi l'euro ha perso più del 10% nei confronti del dollaro. «Non mi sento particolarmente prooccupato por la debolezza dell'euro» commenta intanto da Parigi il ministro del Tesoro Giuliano Amato. Proprio lo «sconto» praticato, martedì dai ministri dell'Ecolm al rapporto tra deficit e pil dell'Italia per l'anno m corao^arebbu all'origino deTvwTehtò attacco sùbito dalla moneta comune: di fronte alle prime difficoltà di un «partner debole», è l'opinione della City, è venuto mono il patto di stabilità. E poco importa che l'Italia non abbia messo in discussione l'obiettivo di contenere il deficit a livelli inferiori all'anno passato. Tanto che Christian Noyer, vicepresidente della Bce, mugugna: «E' una cosa di cui non siamo felici. Questo è chiaro. Speriamo caldamente che non si tratti di un cambiamento delle politiche dei Governi europei e che non muti la determinazione complessiva a continuare il processo di risanamento delle finanze pubbliche». Di questi sentimenti del mondo dei cambi si è fatto subito interprete la «Lex» autorevole e spesso velenosa rubrica del «Financial Times» con poche righe dal titolo eloquente: Pasticcio alla Romana». Non ò in discussione la validità in sé della deroga offerta all'Italia, anche perché «l'Italia non sta attraversando una fase di recessione ma là sua crescita è così debole che ridurre il deficit sarebbe jpiù o meno come spingere l'acqua m salita». Ma la decisione, nota la «Lex», è grave perché sognala che «con la maggior parte dei governi dell'Unione Europea ora socialdemocratici, il patto di stabilità potrebbe essere onorato d'ora in poi nelle eccezioni che nelle regole. E i sottoscrittori delle obbligazioni sedotti dalla sensazione che non ci sia alcun rischio nel debito pubblico dei governi europei, dovrebbero tenerne debito conto». A rincarar la dose, infine, la corrispondenza da Bruxelles in cui si rileva che, in privato, i membri della Commissione Europea sarebbero «impalliditi» di fronte alla decisione. I grandi dell'Unione Europea, per la verità, ostentano tranquillità di fronte al nervosismo dei mercati anglosassoni. «La reazione dei mercati è normale. Non ho nessuna paura per il corso dell'euro» commenta il ministro dell'Economia Dominique Strauss-Kahn prima dell'incontro a due con Amato. «La situazione dell'Italia - continua - è ben nota. La crescita è più debole che in altri Paesi ma quello che conta ò l'impelo di Amato a perseguire gli obiettivi di bilancio e a non aumentare le spese». «L'Italia non è un problema gli fa eco il commissario Ue De Silguy -. E' chiaro che il' Paese deve proseguire la politica di risanamento. Non si può dire a priori se il rapporto tra deficit o pil al 2,4% vada bene. Ciò cho conta è che l'Italia ha ribadito la volontà di tener sotto controllo il deficit». Al di là dell'impatto psicologico della decisione di Bruxelles, del resto, è azzardato collegare il crollo dell'euro allo «sconto» all'Italia. «Un passo del genere come Joe Prendergast, chief economist di Credit Swisse First Boston non rappresenta alcuna seria minaccia al patto di stabilità», anche se lo stesso analista ammette che l'articolo del Financial «ha attirato l'attenzione degli operatori». Ma altre nubi, ben più minacciose, si addensano sul mercato. «Da qui a fine agosto - scommettono a Salmon Smith Bamey - il cambio tra dollaro e euro potrebbe scendere a 1,02, dollari, soprattutto per il divario tra i tassi di interesse in Europa e quelli negli Stati Uniti.La nostra previsione è che la Federai Reserve aumenti il costo del denaro di 75 punti base nei prossimi dodici mesi e che il primo rialzo avverrà in estate». Il trend, insomma, è quello che domina i mercati valutari da mesi: dollaro forte sull'euro grazie al differenziale tra i tassi Usa (più alti) e quelli europei (ai minimi storici); una forbice che trova la spiegazione nel diverso ciclo delle duo economie e nella fragilità dell'Europa, vittima delle sue rigidità sul fronte del mercato del lavoro e della spesa pubblica. E la deroga a vantaggio dell'Italia? «Non è una catastrofe - spiega Hans Dietrich von Loeffeholz dell istituto di ricerca di Essen - ma comunque un passo nella falsa direzione...». IN LUSSEMBURGO I PIÙ1 RICCHI LE CLASSIFICHE DEL PIL PRO CAPITE (ESPRESSO IN SPA, STANDARD DI POTERE D'ACQUISTO) E DELLA CRESCITA DEL PIL (AUMENTI PERCENTUALI) NEGLI ANNI 1997 E 1998 Pawi Pil prò topite Crescite I iw iw7 m w UJSSiMBURGO 34474 32415 5,7 4,1 DANIfMARCA 22422 22449 , 2,1 3,1 22431 21439 2,9 3,0 22.»** 21.2» 3,3 BELGIO firn j*fMMN(À 2Ì477 904S9 M 3*2 ,20.74* 19.88* 3,2 2,3 20.576 19.147 84 10,* KNUNDtt 19.941 18J49 4> 54 REGNO UNSTO 19.77* 19.032 2,1 3,5 ITALIA 1 19.479 j 19.09* 14 1,5 jST™ 19.321 18423 2,9 1,8 i PORTOGALLO 14.281 13*450 34 3,5 < 1GRECIA 18472 13451 3,7 3,2 (Uf-lS ' 19419 19^0?