«Chi vince a tombola non è evasore»
«Chi vince a tombola non è evasore» «Chi vince a tombola non è evasore» ROMA Gli anziani che giocano a Tombola non possono essere considerati alla stregua di un gruppo di incaniti evasori. Sui premi assegnati ai più fortunati non vanno pagate le tasse: ambi e quaterne vinti con una tombolata giocata «in ambito familiare o privato» sono infatti esentasse. Il «conflitto» - nato tra alcuni circoli dell'Arci del Modenese che organizzano anche con finalità soudaristiche tombole settimanali per anziani e il distaccamento di Sassuolo (Modena) della Guardia di Finanza - è arrivato fino in parlamento. Il ministero delle Finanze, rispondendo ad un' interrogazione, ha dato torto all'eccesso di zelo mostrato dai finanzieri neiconfronti dei vecchietti appassionati di Tombola. Le «Fiamme Gialle» - secondo le indicazioni raccolte dal parlamentare Ds, Luciano Guerzoni - da alcuni anni sottopongono a verifiche e controlli sistematici l'attività dei circoli in cui i soli soci, in maggioranza anziani, giocano a tombola. 1 premi messi in palio, secondo i finanzieri, dovrebbero scontare un prelievo del 25%: il mancato pagamento di questa ritenuta d'acconto farebbe quindi scattare l'accusa di evasione. Non solo, dice Fabio Mosca, presidente del comitato provinciale Arci: una quindicina di presidenti di piccoli circoli si sono visti arrivare verbali anche da 100 milioni e un avviso di garanzia per la legge «manette agli evasori». Ma per il ministero delle Finanze la particolare attenzione prestata dai finanzieri di Modena alla tombola non è giustificata dalle attuali nonne. La tombolata in un circolo privato - ha spiegato il sottosegretario Fausto Vigevani - non trasforma un gruppo di anziani in evasori. «Lo svolgimento di lotterie, tombole, pesche di beneficenza e più in generale di qualsiasi gioco di sorte - afferma il braccio destro del ministro Visco - deve ritenersi libero, non subordinato ad alcuno specifico regime autorizzatorio e, quindi, non sanzionabile né penalmente né amministrativamente, quando il gioco sia svolto in ambito strettamente familiare e privato». E', di fatto, quel che accade nella maggioranza delle famiglie italiane durante le feste di Natale, quando nonni e nipotini scelgono la cartella migliore e estraggono i numeri ad alta voce. Il sottosegretario «bacchetta» i finanzieri anche sulla sostanza. Quando il gioco è pubblico - e richiede l'autorizzazione - l'aliquota che deve essere richiesta «è stabilita nella misura del 10 per cento» e non il 25% richiesto dai finanzieri. I circoli possono quindi tornare ad organizzare tombole anche perché a questo orientamento nonnativo affenna Vigevani - «l'autorità dei competenti uffici operativi dell'amministrazione finanziaria e della Guardia di Finanza non potrà che uniformarsi». (Ansa! Ministero Finanze
Persone citate: Fabio Mosca, Fausto Vigevani, Luciano Guerzoni, Vigevani, Visco
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