« Mi credevano un bambino » di F. Poi.

« Mi credevano un bambino » « Mi credevano un bambino » // carabiniere: «Li ho incastrati dopo cinque mesi al computer » MILANO «Non ho figli, ma se ne avessi sarei in apprensione per quello che si può trovare in Rete», conlessa il tenente dei carabinieri Alessandro Nardi, cinque mesi davanti a un computer a «chattare» con i pedofili, a visionare materiale pornografico, a tendere la trappola che ha portato a questi primi cinque arresti. Tenente, come ha fatto ad avere la fiducia dei pedofili? «Mi sono finto un ragazzino di 12 anni finito per caso nella "chat" al pomeriggio, di ritorno da scuola. Ne assumevo i linguaggi e le curiosità, per essere più credibile. E loro mi chiedevano se ero a casa da solo, se potevo parlare liberamente, com'e- ro fatto, come mi vestivo, se avevo delle foto mie. Altre volte mi sono tinto un pedofilo io stesso, un acquirenti" disponibile a visionare foto e filmati. C'è voluto qualche tempo, ma alla fine mi trattavano come uno di loro». Loro si facevano chiamare Blue line, Me Giver, Dylan. Lei come si faceva riconoscere? «Il mio "nickname" preferisco non dirlo, le indagini sono in corso. Cinque persone sono state arrestate, 15 denunciate a piede libero, ma sono sicuro che il giro sia molto più ampio». Anche all'estero? «Almeno in un caso, por la persona arrestala a Pordenone, sappiamo che aveva contatti con un cittadino canadese. Ma non possiamo lari niente, ogni Paese ha una sua legislazione. In Italia è vietato anche solo il possesso di certo materiale scaricato via Internet, ma non in tutto il mondo è così». Che tipo di materiale avete visionato e sequestrato? «Abbiamo sequestrato quasi 14 mila Iloppy disk, quasi 2 mila ed rom più centinaia di videocassette. Molto del materiale e ancora da visionare. Le immagini riguardano bambini di quattro anni fino a ragazzini di 14-15 anni. Ci sono thailandesi, sudamericani, ma anche italiani» Anche italiani? «Due delle persone arrestate hanno ammesso di aver incontrato e fotografato alcuni bambini. Stiamo indagando per accertare chi siano. Ma di fronte a una rete che storna ogni giorno migliaia di siti di questo tipo possiamo lare poco. Ho visto tanti cadaveri, mi sono occupato di tanti l'atti di sangue, ma l'orrore l'ho toccato solo adesso, vedendo cosa si può fare a bambini che non sono in grado di difendersi o facilmente circuibili». [f. poi.]

Persone citate: Alessandro Nardi

Luoghi citati: Italia, Milano, Pordenone