Adescavano ragazzini per pedofili telematici

Adescavano ragazzini per pedofili telematici Milano, 5 in manette e 15 denunciati. la banda intercettata da un genitore appassionato di informatica Adescavano ragazzini per pedofili telematici Fabio Potetti MILANO Scaricavano le immagini dai siti Internet, come l'americano Lolita. Dialogavano a distanza con i bambini finiti casualmente nella loro chat. In abneno due casi, hanno ammesso di aver incontrato ragazzini e di averti fotografati. Sono i cinque insospettabili pedofili arrestati dai carabinieri dopo cinque mesi di indagini, centinaia di ore in rete e migliaia di foto sequestrate raccolte in 13479 floppy disk, 1846 ed rom e pure 250 videocassette. «Il materiale è così tanto, che non abbiamo ancora finito di visionarlo», ammettono i carabinieri, finiti sulla pista giusta per caso. Per la denuncia di un padre di famiglia milanese, che lo scorso gennaio era entrato in una chat dove si parlava di tutto, dove gli avevano offerto in cambio di poche lire - quattrocentomila, ma a volte ne bastava la metà - la password per accedere a un archivio Internet pieno di foto di bambini anche piccolissimi, anche di quattro anni, soli o fotografati in rapporti sessuali tra loro o con adulti. «Ci siamo infiltrati, abbiamo finto di essere ragazzini o acquirenti interessati al materiale pornografico», spiegano i carabinieri che hanno sequestrato computer, macchinari per la masterizzazione di ed rom e l'intero archivio di una chat che Blue line, questo il suo nome in rete, aveva impiantato a Pordenone. Dietro a Blue line c'è P.B., 37 anni, impiegato all'ospedale di Pordenone. Insieme con lui, sono finiti in manette con l'accusa di detenzione di materiale por¬ nografico e divulgazione telematica di immagini inerenti minori, altri quattro insospettabili, tutti celibi, solo due con precedenti per molestie sessuali. Uno, G. M., 27 anni impiegato di Palmanova, si faceva chiamare Me Giver, come il protagonista dei telefilm d'azione. Poi c'era Dylan, trentuno anni di Milano, anche lui impiegato come S. R, ventisei anni arrestato a Verona. In manette a Roma anche un commerciante di giocattoli, M. S. di 47 anni. «Ma il giro era molto più ampio, le indagini sono ancora in corso», confermano i carabinieri spiegando che quindici persone, tra cui due donne, sono state denunciate a piede libero. «Avevano contatti internazionali, si scambiavano il materiale tra di loro e due hanno ammesso di avere incontrato e fotografato dei ragazzini italiani», aggiungono i carabinieri davanti alla doppia scrivania piena di scatoloni con i floppy, le custodie dei ed con ancora la copertina dei Gun's roses a celare i dischetti pornografici o l'immagine di Pretty woman sopra la videocassetta con i filmati di bambini. Foto e immagini inequivocabili, di ragazzini sudamericani, asiatici, europei. Foto scaricate ogni giorno a migliaia sulla rete, secondo la denuncia di don Fortunato Noto, il sacerdote che da Avola ha dato vita a Telefono arcobaleno. «C'è un sito australiano che scarica su Internet 150 nuove fotografie ogni giorno, il giro d'affari in rete è di oltre ottomila miliardi l'anno», lancia l'allarme. «La comunità internazionale non muove un dito», spiega don Noto. Mentre i carabinieri impegnati nell'operazione Ba- by.net confermano che non si può intervenire in collaborazione con altri Paesi, per assenza di egislazione. «Due degli arrestai sono già stati messi agli arresti domiciliari», raccontano ancora, in attesa che arrivi a Milano nelle mani del magistrato Daniela Borgonuovo, l'intera inchiesta per adesso spezzettata nelle procure delle cinque città d'origine degli arrestati. «Il mio cliente è libero, è tornato al lavoro. Ha ammesso di aver frequentato quella chat ma non ha mai incontrato ragazzini. E' un appassionato di Internet, su quella chat c'è arrivato per caso», cerca di alleggerire quanto può la posizione del suo cliente l'avvocato Marzo Zucchiatti di Pordenone, difensore di Blue line. «Se fosse vero che il mio cliente aveva organizzato un suo server, gli avrebbero contestato reati più gravi», spiega ancora, smentendo che a casa del dipendente dell'ospedale di Pordenone sia stato trovato così tanto materiale pornografico. Si collegavano da tutta Italia via Internet per cercare bambini e clienti ai quali vendere foto di minori in pose oscene in cambio di 200-400 mila lire Cinque pedofili sono stati arrestati dai carabinieri dopo cinque mesi di indagini e migliaia di foto sequestrate e raccolte in floppy disk, ed rom e videocassette

Persone citate: Daniela Borgonuovo, Fortunato Noto, Marzo Zucchiatti, Pretty