Scandalo Sisal, un finanziere in manette di Alberto Gaino

Scandalo Sisal, un finanziere in manette Torino, il sottufficiale fece parte del pool che indagò e fece condannare Marcello DelTUtri Scandalo Sisal, un finanziere in manette Un miliardo in tangenti per non far luce sullefatturefalse Alberto Gaino TORINO Un maresciallo della Guardia di Finanza, Rocco Siasi, è slato arrestato su richiesta della Procura di Milano che lo accusa di corruzione: avrebbe accettato denaro per non indagare sulle fatture false della Sisai, società concessionaria di Lotto ed Enalotto, e di altre aziende: 950 milioni di tangenti. Mentre cinque finanzieri si presentavano a Potenza, a casa del sottufficiale, la polizia giudiziaria bloccava a Milano l'eavvocato» Menotti Spano e notificava all'imprenditore Renato Casiroli, ad Arluno, che da quel momento doveva ritenersi agli arresti domiciliari. Un quarto provvedimento cautelare era destinato a Vittorio Colombo, titolare della società di intermediazione pubblicitaria Intermedia: la Procura di Milano doveva aver messo in conto la latitanza di Colombo che, cittadino svizzero, si trova oltre confine da tempo. Del resto, i provvedimenti cautelari erano nell'aria da settimane, e Stasi, in sei-vizio dal 1989 alla Procura di 'l'orino, si aspettava l'arresto. Ne aveva parlato con i colleglli. Qualcuno ha scommesso: «Non ò possibile, il codice prevede tre condizioni per la misura cautelare, e tu non inquini le indagini perché hai chiesto subito il trasferimento a un ruolo non operativo del comando. Te ne stai tranquillo e non scappi». Un mese fa, il maresciallo era stato informato dal suo legale, Salvatore Catalano, di essere diventalo un indagato 1,'Ii maggio le «fiamme gialle» avevano perquisito la casa di Potenza e il domicilio di Torino. 1 cronisti di giudiziaria conoscono da tempo Stasi. Ieri, l'ultima telefonata. Dalla stazione centrale. Il sottufficiale scendeva dal treno Lecco-Bari delle 9.30: «Ho chiamato mia moglie ed è scoppiata in lacrime. Allora, ho capilo». Lo abbiamo incontrato a Porta Nuova e accompagnato verso casa. Il suo cellulare è squillalo: «Dove si trova, Stasi?». Era un maggiore della Gdf, Il maresciallo ha risposto: «Sono a 'l'orino, sto andando a casa, dove vi aspetterò». Poco prima delle 11, due «fiamme gialle» in borghese si sono presentate nel piccolo bilocale di periferia, in corso Hnmelleschi, dove Stasi stava preparandosi la borsa per il carcere, quello militare di Peschiera del (iarda. Rocco Stasi, 43 anni, non è un sottufficiale qualsiasi: è stato l'investigatore di punta del piccolissimo pool che ha svolto le indagini su Publitalia e ha portalo alla condanna del suo fondatore, Marcello Dell'I Uri. Ai pm di Mani Pulite ha consegnato le carte deH'«operazionc Hotticelli» sulla nascita di Forza Italia, sequestrati! a casa di Ezio Canotto, il vecchio de che DelTUtri aveva voluto come primo consigliere politico per la «discesa in campo» del nuovo movimento. Sempre Stasi aveva scoperto che le sponsoriz zazioni sportive erano diventate la via maestra per creare montagne di fatture false e fondi neri. Insieme a pochi colleglli ha posto sotto inchiesta decine di pubblicitari e un migliaio di imprenditori, riuscendo a far restituire allo Stato più di 100 miliardi. Solo l'inchiesta Intermedia, al centro delle accuse a Stasi, ha consentito di recuperare 25 miliardi. Prima di diventare un indagato, stava conducondo un'inchiesta delicatissima su società di importexport di telefoni cellulari e hi-fi per un imponibile di oltre mille miliardi e un'evasione Iva per 200. Ora l'accusano di aver comprato con il denaro delle tangenti una cascina in minima parte ristrutturata alla periferia di Torino e un'auto di piccola cilindrata. L'Ansa dà conto dell'apporto della Procura di Torino nella «ricostruzione del ruolo centrale di Stasi». Appena aver appreso di essere indagato, il maresciallo ha semplicemente confidato ai superiori di svolgere un secondo lavoro, di consulenza per alcuni piccoli imprenditori, e ne ha loro indicato il principale. Il giorno dopo, questo signore ha ricevuto una prima visita di «fiamme gialle» milanesi e lunedì 17 i finanzieri sono tornati in 12 a perquisirgli l'azienda, consegnandogli un avviso di garanzia per riciclaggio: i pm milanesi lo accusano di aver «lavato» il denaro delle tangenti di Stasi. Per acquistare la cascina il sottufficiale ha raccontato ai superiori di essere ricorso a numerosi prestiti di amici, dopo un primo anticipo avuto dal piccolo imprenditore torinese per cui lavorava. I colleghi lo difendono: «Stasi è stato scorretto nel cercarsi un secondo lavoro e imprudente nelle frequentazioni, ma che sia un corrotto nessuno di noi lo crede». •IL PUNTO • • Novembre 1998 Nasce l'inchiesta su iniziativa interna della Guardia di Finanza • 23 marzo 1999 Confessione di Vincenzo Iride, «gola profonda» imprenditore socio di Menotti Spanò di «Partecipazioni 4», una società di consulenza specializzato nella produzione di fatture false • 16 aprile 1999 Ancora Vincenzo Iride racconta della fuga di notizie sull'inchiesta e della probabile presenza di una talpa alla procura di Milano • 23 aprile 1999 Perquisizione nelle sedi della Sisal e informazioni di garanzia al presidente Rodolfo Molo e all'ex direttore generale, Fabrizio Motterlini • 24 maggio 1999 Nomina di Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte Costituzionale, alla presidenza della Sisal al posto di Rodolfo Molo Uomo di fiducia della procura, stava lavorando su alcune società di importexport di telefoni cellulari e hi-fi per un'evasione Iva per 200 miliardi La procura della Repubblica di Tonno: qui prestava servizio il maresciallo arrestato

Luoghi citati: Arluno, Milano, Potenza, Torino