E il senatore racconta le sue liti con la Thatcher

E il senatore racconta le sue liti con la Thatcher Margaret Thatcher fanno la storia? E se è vero, sono capaci di anticipare il futuro? Una risposta indiretta l'ha data Bettiza, che nel giornalismo italiano occupa una posizione eminente e ha fatto notare come molte interviste di Gawronski siano dedicate a personaggi polacchi, dal Papa a Geremek, da Jaruzelski a Walesa, offrendo in pratica «ima cronaca de! post-comunismo in divenire, fatto dal bacino polacco» da cui ha tratto origine la rivoluzione a Est. Il giornalismo può essere anticipatore, dunque. A patto che, ammonisce Mancino, non pretenda di distribuire in anticipo l'etichetta di vinti e di vincitori: «Proprio a Est molti di coloro che sembravano sconfitti, poi sono ritornati in auge». Insomma, cautela, (u. ma.] E il senatore racconta le sue liti con la Thatcher ROMA Che Giulio Andreotti non andasse d'accordo con Margaret Thatcher, era cosa nota. Ma la storia dei loro bisticci è venuta fuori, in modo quasi pirotecnico, dalla narrazione che ne ha fatto ieri il senatore a vita, presentando il libro Vinti e Vincitori (Baldini & Castoldi) di Jas Gawronski. Stuzzicato da certi giudizi non troppo benevoli sul suo conto, che la Lady di ferro aveva consegnato alle pagine di Gawronski, Andreotti ha dipinto l'ex premier britannico come una donna poco propensa a sentire le ragioni altrui, tenacissima nei propri convincimenti, addirittura intrattabile sulle grandi questioni sociali. Distanze politiche e assenza di feeling: «Lei era grata a Cossiga che l'aveva portata a spasso per piazza Navona. Io, popolano romano, queste cose non le so fare...». Una stroncatura talmente spietata, quella di Andreotti, da spingere il presidente del Senato Nicola Mancino a puntualizzare in chiave storico-poli¬ tica che, in fondo, una Thatcher da noi non avrebbe fatto così male. «In Inghilterra il risanamento economico è stato merito dei conservatori; in Italia invece - ha sospirato - ha dovuto farsene carico la sinistra». Ma ieri, nella sala Zuccari di Palazzo Madama, non ò stata solo l'eredità della Thatcher a venire messa in discussione. Nell'ordine, sono riecheggiati i nomi di Karol Wojtyla, lo scià di Persia, Jimmy Carter, Fidel Castro, Enrico Berlinguer, Lech Walesa e tanti altri protagonisti dell'ultimo scorcio di secolo: tutti via via intervistati da Gawronski in colloqui che l'autore, giornalista di lungo corso prestato alla politica, ha raccolto nel libro. A parlarne, insieme con Andreotti e Mancino, c'erano Enzo Bettiza, il cardinale Ersilio Tonini e, in veste di moderatore, Marcello Sorgi, direttore de La Stampa, su cui Gawronski ha pubblicato molte delle sue migliori interviste. La domanda più pesante è stata sollevata da monsignor Tonini: è proprio vero che anche i giornalisti Alla presentazione di «Vinti e vincitori» di Gawronski

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