Kohl elogia Andreotti, gli ex Dc esultano di Fabio Martini

Kohl elogia Andreotti, gli ex Dc esultano Gli eredi dello Scudo crociato, compreso Berlusconi, riuniti davanti all'ex Cancelliere Kohl elogia Andreotti, gli ex Dc esultano «Ho rispetto ed amicizia per lui Che piacere rivederlo» Fabio Martini ROMA In attesa di poter parlare, Helmut Kohl scruta la platea. E in prima fila scorge visi antichi, la maschera pallida di Giulio Andreotti, il volto abbronzato di Emilio Colombo, quello schivo di Arnaldo Forlani. E così, quando l'ex Cancelliere prende la parola, non perde tempo: «Scopro qui tanti volti che per decenni mi sono stati amici. E mi perdonerete se faccio un nome... Al mio amico Andreotti lo dico apertamente: ho rispetto ed amicizia verso di lui. Ed è un vero piacere rivederlo!». L'interprete fa appena in tempo a tradurre e dal pubblico parte uno scroscio. Andreotti abbassa gli occhi, ma si vede che è commosso. Forlani accenna ad un battimani e gli spunta persino un pallido sorriso. Berlusconi insiste nell'applauso insieme al resto della sala. Nella Protomoteca del Campidoglio sono venuti in tanti ad ascoltare la conferenza di Kohl sull'Europa e forse mai come stavolta, ci sono ex democristiani di tutte le età, di tutti i pesi e di tutte le infinite anime. Ci sono i grandi vecchi, ma ci sono anche Franco Marini e Pierferdinando Casini, c'è Ettore Bemabei, ma c'è anche Biagio Agnes, c'è l'ex presidente dell'Iri Franco Nobili e c'è Flaminio Piccoli. E c'è anche colui che più di tutti ha ereditato l'elettorato democristiano, Silvio Berlusconi. E con questo parterre, l'ovazione ad Andreotti acquista un sapore speciale, soprattutto se si raffronta al gelo della platea quando Kohl cita altri due italiani importanti. L'ex Cancelliere è molto caloroso con Romano Prodi: «Sono lieto che lui sia presidente della Commissione perché è persona che porta con sé tante speranze, penso sia la persona giusta». Parole che tirano l'applauso e invece la platea ascolta a braccia conserte. Un calore speciale Kohl lo dedica anche a Carlo Azeglio Ciampi: «Mai mi sono rallegrato tanto come quando è stato eletto Ciampi...» (Marini in platea abbassa la testa) «... anche perché lui è riuscito a convincere i tedeschi che l'Italia poteva farcela e convincere i tedeschi è cosa quasi impossibile...». Silenzio anche stavolta. Ma alla fin fine le reazioni emotive della platea ex demo- Lodi anche per Ciampi e per Prodi: ma la platea non applaude cristiana al discorso di Kohl costituiscono l'unico tratto unificante che mette assieme personaggi oramai distanti tra loro. E così finisce per cogliere nel segno uno che De non è stato mai come Giorgio Rebuffa: «Ho l'impressione che anche questa rimpatriata non preluda a processi di riunificazione...». Basta sentirli in presa diretta. Franco Marini: «Berlusconi mi è simpatico, ma è un avversario». Silvio Berlusconi: «Marini si è alleato con i comunisti e quindi...». Pierferdinando Casini: «Il Ppi? Vedrete che sorpresa il 13 giugno: noi del Ccd lo talloniamo...». Alla fine il più deluso di tutti è Francesco Cossiga. Assente per un piccolo incidente Delusione di Cossiga «Speravo venisse per lanciare il Centro» alla conferenza tenuta da Kohl (organizzata dal Mep di Pellegrino Capaldo), l'ex Capo dello Stato ha inviato un messaggio: «Sarebbe stato mio vivo desiderio, e per questo ho operato uscendo da una confertevole nicchia forse con giovanile illusione, che Helmut Kohl venisse qui ad aprire la campagna elettorale di un grande centro...». Difficile capire se Cossiga sia rimasto deluso più dalla decisione di Kohl di non voler interferire nella politica italiana o piuttosto dai complimenti elargiti dall'ex Cancelliere per Ciampi e Prodi, due personaggi che non sono in cima alle simpatie di Cossiga. Certo, tutto ciò che ha fatto Kohl a Roma - il pranzo con Prodi, la visita al Quirinale da Ciampi, la sua conferenza - a tutto prelude fuorché allo sforzo di ricomporre la diaspora democristiana. Semmai Kohl continua a coltivare un buon rapporto con Berlusconi, che alla fine della conferenza (a differenza di Casini e Marini andati via subito) si è intrattenuto con l'ex Cancelliere. Che nella sua conferenza sull'Europa ha regalato alcune pennellate di grande suggestione: «Ricordo che durante un'accesa discussione Mitterrand mi disse: "Il nazionalismo? Ma è la guerra!" E io dico: l'Europa unita è la pace. Certo la "pace eterna" evocata da Kant non è venuta, ma per dirla sempre con Mitterrand "non ci sono confini ragionevoli in Europa"», «la violenza si ferma abbattendo i confini e per questo l'Europa deve allargarsi verso Est». E alla fine il messaggio politico: «Sento dire l'Europa sarà socialista o non sarà. No, l'Europa deve essere pluralista». L'ex Cancelliere Helmut Kohl a Roma con Romano Prodi