La doppia vita del compagno Lee

La doppia vita del compagno Lee SPIA CHE HA FATTO IL COLPO NUCLEARE DEL SECOLO La doppia vita del compagno Lee Così la Cina ha avuto i piani atomici americani retroscena Cario Rossella PICCOLO, timido, miope, sempre vestito con una camicia bianca con le maniche corte e un abitino grigio un poco liso. Per tutta la vita Wen Ho Lee, 59 anni, fisico, impiegato ai laboratori nucleari di Los Alamos nel Nuovo Messico, è passato inosservato. Una persona del tutto insignificante, come Rudolf Ivanovich Abel, colonnello del Kgb, arrestato a New York il 21 giugno 1957, con l'accusa di aver diretto" lo spionaggio sovietico in Nord America dal dopoguerra in poi. Il «Chinagate», lo scandalo rinchiuso nelle 700 pagine del rapporto del senatore Christopher Cox (repubblicano della California) nasce tutto dal compagno Lee, agente del Direttorato dell'Intelligence militare cinese, l'organizzazione guidata dal generale Ji Shingde. Il dossier dell'FBI intastato a Lee si chiama «Kindred spirits», operazione spirito affine. C'erano in effetti molte affinità fra lo scienziato venuto da Taiwan e occupato per vent'anni nei laboratori dell'atomo e gli uomini della Difesa cinese. La prima volta che il nome di Lee compare nelle carte dell'FBI è nel 1982. Il fisico nucleare chiama al telefono un collega della stessa origine, licenziato dal Lawrence Livermore National Laboratory della California col sospetto di aver fornito a Pechino materiali sulla bomba al neutrone. La comunicazione e intercettata. L'FBI ferma Lee, gli chiede spiegazioni di quelle domande così preoccupate rivolte al suo interlocutore, lo sottopone per la prima volta alla macchina della verità. Lee supera l'esame. Ed entra in confidenza con l'FBI. Lui, e sua moglie Sylvia, forniscono notizie sui viaggi e gli incontri degli scienziati cinesi in America. Ma l'ufficio federale continua a sospettarlo, nonostante le «utili informazioni» passate agli agenti. All'inizio del 1983 Lee inzia indisturbato un colossale trasferimento <li dati dal computer di Los Alamos al computer personale. La vigilanza nei laboratori, come prova il rapporto Cox, non è perfetta (è affidata al Ministero dell'Energia) e l'agente cinese può operare indisturbato. Nel 1988 i coniugi Lee si recano a Pechino per una conferenza scientifica. La moglie non solo compila un rapporto di viaggio per l'FBI sugli scienziati della «madrepatria» che hanno legami con la comunità scientifica cinese in America ma, secondo il difensore della coppia, «autorizza l'FBI a controllare le sue telefonate e i suoi incontri sul suolo americano con i visitatori venuti da Pechino». L'intelligence (CIA e FBI) sospetta che ci sia un gran movimento di dati segreti fra le due sponde del Pacifico. Dice James R.Lilley, ambasciatore in Cina del 1989 al 1991, dopo essere stato uno dei massimi dirigenti della Cia in Asia: «Sapevamo allora che lo spionaggio cinese era molto efficiente e si era infiltrato nella comunità scientifica americana di origine cinese. Da alcuni transfughi avevamo anche saputo che gli obiettivi principali erano Livermore e Los Alamos». Ovvero le bombe al neutrone e le nuove, piccole testate atomiche per i missili. Pur sospettato, pur monitorizzato (ma mai, stranamente, una verifica sul suo computer in ufficio e a casa), Lee continua indisturbato la sua attività di talpa telematica. Prende i dati da un computer altamente «classificato» e li trasporta su un altro «non classificato», rendendoli disponibili a sè e a tutti i «visitatori» cinesi che lo vanno a trovare in ufficio. Le amministrazioni Reagan, Bush, Clinton, sono amiche della Cina. Clinton arriva a considerare la Cina «partner strategico» e intanto i cinesi modernizzano i loro arsenali atomici e missilistici a spese della dabbenaggine dei loro «amici americani». La timidezza dell'FBI e della CIA nell'indagare e nel reprimere lo spionaggio cinese nasce anche da questo stato di ogget- tiva tolleranza delle autorità politiche. Nel 1995 gli scienziati del Dipartimento dell'Energia a Los Alamos cominciano ad avere il sospetto che i disegni della W.88, la più avanzata fra le testate nucleari, siano stati rubati. Informano la CIA. E la CIA, attraverso un «defector» venuto da Pechino, ottiene un documento della Difesa cinese del 1988 che fa riferimenti molto specifici alla tecnologia di costruzione della W.88. In quei giorni Lee compie l'ultimo grande trasferimento di dati. Poi si accorge che l'FBI lo sta curando con attenzione e smette. Nel 1996 l'FBI apre una inchiesta ufficiale. La questione è delicata. Le elezioni presidenziali sono alle porte. Uomini a o e l d'affari cinesi finanziano il partito democratico. Le relazioni con Pechino sono ottime. Forse uno scandalo politico-spionistico potrebbe turbare questo idillio. Alla Casa Bianca non si muove foglia.L'FBI insiste.Nela primavera del 1997 il Dipartimento della Giustizia, retto dalla signora Janet Reno, respinge la richiesta dell'FBI di mettere sotto controllo le conversazioni di Lee, i passaggi di notizie via modem dal computer di Los Alamos a quello di casa sua. E consiglia solo al Dipartimento dell'Energia di spostare Lee in un posto di minore reponsabilità. ' ' ' Nel luglio 1997, finalmente, il presidente Clinton viene informato del dossier «Kindred Spirit». E nel febbraio del 1998 dalla Casa Bianca arriva l'ordine di potenziare la sorveglianza nei laboratori. Nella stessa estate alcuni agenti dell'FBI di origine cinese cercano di far cadere in trappola Lee. Si spacciano per uomini di Pechino. Gli offrono denaro. Cercano di fargli ammettere di aver fornito materiali segreti ai loro colleghi. Ma Lee non cade in questa trappola troppo ingenua e troppo nota. Intanto lo scamdalo continua a essere coperto, visto che Clinton deve partire per la Cina, dove lo aspetta un trionfale incontro col presidente Jang Zemin. Nessuno al Congresso, alla commissione Intelligence, viene informato, nemmeno dopo che l'FBI ha mandato a Sandy Berger, consigliere per la sicurezza nazionale, un dossier di 25 pagine che conferma il furto dei progetti per le testate nucleari W.88 e la penetrazione nei computer segreti di Los Alamos. L'FBI, autorizzata finalmente ad indagare Lee, scopre, nel febbraio del 1999, che 1000 documenti rubati sono stati «cancellati» dal suo computer. La spia che venne dalla grande muraglia è sottoposta alla macchiuna della verità e fallisce la prova. Febbraio volge al termine.Il segreto è assoluto. Tutto, per i politici, deve restare avvolto nel mistero, almeno sino all'imminente visita del primo ministro cinese Zu Rongui. Ma il 6 marzo, a pochi giorni dall'arrivo di Zu, il New York Times racconta tutto, spiate e reticenze, connivenze e protezioni. All'amministrazione Clinton non resta che ammettere. Al Congresso non rimane che scandalizzarsi e indagare. Si aprono gli archivi della CIA e dell'FBI. Parlano gli esperti. Raccontano le spie. Entrano in scena anche gli ambigui uomini d'affari di origine cinese che hanno finanziato la campagna elettorale dei democratici nel 1996, anche con qualche contributo del generale Ji Shingde. Ai briefing, condotti da Cox e dal suo collega Norm Dicks dello Stato di Washington, sembra di sentire un romanzo di Le Carré. E alla fine si scopre che la Cina è diventata una potenza nucleare moderna grazie al continuo furto di segreti, alla «collaborazione» strategica prestata dall'industria bellica americana e all'indulgenza di tre amministrazioni, soprattutto di quella Clinton. Missili cinesi Pechino ha aggiornato l'arsenale grazie alle spie Sotto due vignette del New York Times Aspettate di vedere quello che abbiamo nel nostro negozio cLi. souvenir ?7. Lo dovete dare agli americani. Loro hanno tutte le istruzioni Dall'83 lo scienziato ha trasferito indisturbato migliaia di dati dal computer dei laboratori di Los Alamos al suo pc Per ingannare Cia e Fbi, passava agli Usa notizie cinesi