Scritte oscene sui muri: è diffamazione

Scritte oscene sui muri: è diffamazione La Cassazione Scritte oscene sui muri: è diffamazione ROMA Era geloso della sua ex ed ha pensato bene di darle fastidio tappezzando di scrìtte offensive 1 muri del suo quartiere e di stampare volantini che grazie ad un fotomontaggio la facevano apparire disposta a incontri hard o in pose oscene. Si è difeso puntando sulla sua sua gelosia e sostenendo che un murales o pochi volantini non possono essere considerati una diffamazione a mezzo stampa. Ma la Cassazione gli ha rigettato il ricorso: anche la scrìtta su un muro può essere vista da un numero indeterminato di persone. Sentenzia la Suprema Corte: visto il codice, «non può dubitarsi che rientrino nella previsione incrìminatrìce anche gli scrìtti murali in quanto destinati ad un numero indeterminato di persone e del pari i volantini lasciati in luogo pubblico». La diffamazione si perfeziona «nel momento in cui lo scrìtto esce dalla sfera di disponibilità di chi lo crea, divenendo accessibile in tal modo ad una pluralità indefinita di soggetti e non già in quello successivo della effettiva diffusione, è irrilevante che sia più o meno larga la cerchia di coloro che ne prendono conoscenza cosi come sono indifferenti il modo e la durata della diffusione nonché il numero degli esemplari a questi destinati». All'imputato che si lamenta della mancata concessione delle generiche e della sospensione condizionale della pena, la Suprema Corte poi risponde che si tratta di questioni di merito e che comunque i giudici d'appello avevano valutato l'invocata gelosia per ridurre la pena. [Agi]

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