«Rompete l' omertà»

«Rompete l' omertà» «Rompete l' omertà» 77 magistrato: non si può tacere davanti a 4 morti Mariella Cirillo SALERNO Chi ha visto, tace. Nonostante la morte di quattro ragazzi, il rogo e le follie che l'hanno preceduto, gli inquirenti si scontrano con un muro di omertà. Il procuratore di Salerno, Gelsomino Cornetta, non nasconde l'amarezza per i silenzi che stanno rendendo (ufficili le indagini: «Non abbiamo trovato la minima collaborazione - denuncia - e la città non si merita questo. Nessuno di coloro che viaggiavano su quel treno sostiene di aver visto qualcosa». Il magistrato cerca di scuotere le coscienze dei tifosi che hanno partecipato alla trasferta, di quelli che «girano la testa dall'altra parte», dei testimoni che non si sentono in dovere di parlare, di dire tutta la verità: «I genitori - ammonisce - devono spingere i figli a parlare perché senza il loro aiuto non possiamo prendere 1 responsabili». Nel giorno del dolore c'è un motivo di tristezza in più: neppure il lutto induce coloro che viaggiavano sul convoglio distrutto dalle Fiamme e dai vandalismi a collaborare con gli investigatori. E, se per ora non ci sono giustificazioni ufficiali degli scalmanati che si sono abbandonati alle violenze, se non è ancora possibile procedere al fermo dei sospetti, un motivo c'è: lo solidarietà del tifo prevale sul dovere di fare giustizia, la paura di essere coinvolti cuce le bocche. «Abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti - spiega il procuratore - parlando 0 offrendo una collaborazione fattiva alle indagini. Se qualcuno ha elementi utili, ma anche una foto, una videocassetta, li faccia arrivare agli inquirenti». La difficoltà di chiudere il cerchio attorno al gruppetto di teppisti che per tutto il viaggio ha guidato i raid nelle stazioni lungo la Penisola, ed ha poi appiccato il fuoco, pare proprio legata alla mancanza di testimonianze dirette. Gli investigatori hanno individuato in una decina di ragazzi tra 1 14 ed i 18 anni (forse in parte già identificati) la gang di ultra minorenni che si è abbandonata ai vandalismi e che avrebbe avuto un ruolo di protagonista nei disordini e nel rogo. Gli inquirenti pensano che il gruppo di scalmanati intendesse arrivare in stazione con il treno in fiamme, magari per sfuggire alla polizia ed ai suoi eventuali tentativi di bloccare i responsabili degli atti di teppismo. Per questo avrebbero provato ad appiccare il fuoco in almeno quattro carrozze: la 4, la 5 (dove le fiamme si sono poi sviluppate), la 6 e la 8. Ma per dare corpo ai sospetti e trasformare in accuse pesanti - omicidio plurimo colposo, disastro ferroviario e incendio - le indicazioni degli agenti della Polfer presenti sul treno, c'è bisogno di prove. E si fa sempre più aspra la polemica sull'organizzazione dei treni speciali. Il segretario del Siulp di Napoli non ha dubbi: le scorte di polizia ai convogli dei tifosi «sono improvvisate» e gli agenti «vengono mandati allo sbaraglio». Tre sono ancora ricoverati nell'ospedale di Salerno, anche se le loro condizioni vanno migliorando.

Persone citate: Gelsomino Cornetta, Mariella Cirillo, Polfer

Luoghi citati: Napoli, Salerno