Il processo Ocalan vietato agli italiani

Il processo Ocalan vietato agli italiani Le nostre testate hanno «poca circolazione». Ammessi quelli di tutti i principali Paesi Il processo Ocalan vietato agli italiani Ankara rifiuta Vaccreditamento ai giornalisti di quotidiani e tv ANKARA Il processo contro Abdullah Ocalan, il leader dei partito rivoluzionario curdo arrestato in Kenya nell'autunno scorso dopo un breve periodo di libertà in Italia, comincerà lunedì prossimo. Ma ai giornalisti italiani non sarà consentito di essere presenti nell'aula che verrà attrezzata nella prigione dell'isola di Imrali, nel Mar della Mannara, il cui unico detenuto è appunto «Apo». Ieri il Procuratore capo della Corte per la sicurezza dello Stato, Cevdet Vol- kan, ha reso nota la lista delle testate giornalistiche accreditate per le prime venti udienze che, secondo la procura, dovrebbero essere sufficienti per concludere il processo. Nell'elenco figurano le agenzie, i quotidiani, e le tv della maggior parte dei Paesi europei e di molti extra-europei, Italia esclusa. Volkan ha anche annunciato le misure di sicurezza previste. I giornalisti non potranno portare con se computer, oggetti metanici, monete e nemmeno carta e penna. Sarà la polizia a fornir loro questo materiale una volta arrivati a Imrali. Il processo, secondo le autorità turche, sarà «aperto». Sta di fatto che Nei giorni scorsi Sibel Ceylan, segretaria di uno degli avvocati di Ocalan, è stata ar¬ restata ad Istambul perché tentava di portar fuori della Turchia l'atto di accusa contro Ocalan - pubblicato peraltro dai giornali turchi ancor prima che venisse consegnato ai difensori - e gli appelli inviati dagli avvocati alle autorità di Ankara ed alla Corte europea per i diritti umani, nel tentativo di garantire il diritto alla difesa di Ocalan. L'avvocato per cui lavora la Ceylan, Niyazi Bulgan, è stato messo sotto processo per lo stesso motivo, e la procura ha chiesto per i due una condanna da tre a cinque anni di carcere. Già tre avvocati del leader curdo sono stati in passato arrestati o messi sotto processo. E ieri Uno dei suoi più importanti difensori, Ahmet Zeki Okcuoglu, ha detto che boicotterà il processo. «Mi rifiuto di partecipare a questa farsa», ha detto il difensore, denunciando che agli avvocati non è consentito di parlare privatamente con Ocalan, che tutte le loro carte e i documenti vengono esaminati dalle guardie prima di ogni colloquio, e che più volte ha subito intimidazioni, anche dalla polizia. «Ho paura quando dormo, quando rispondo al telefono, quando cammino per strada», ha detto l'avvocato, «Non voglio sentirmi responsabile di una condanna a morte. Non sono contrario a che Ocalan sia processato, ma deve avere un processo corretto». La maggior parte dei 105 avvocati nominati da «Apo» dovrebbe disertare il processo. (e. st.) Il leader del Pkk Abdullah Ocalan

Luoghi citati: Ankara, Italia, Kenya, Turchia